Evoluzione dei kata scolastici

Il cosiddetto filone dei “kata scolastici” ha origini relativamente recenti poiché si colloca a inizio 1900 grazie all’opera di Anko Itosu, uno dei Maestri più apprezzati della sua generazione.

Con l’introduzione del To De nel sistema scolastico di Okinawa, Itosu ha operato, coadiuvato dai principali responsabili di questo insegnamento, ossia K. Yabu e C. Hanashiro, tutta una serie di modifiche allo scopo di rendere più agevole e sicuro l’apprendimento a dei gruppi anche numerosi di studenti; conscio della difficoltà e dei lunghi tempi di apprendimento dei kata iniziali shorin (Naihanchi seguito da Kushanku o Seisan), mise a punto dapprima un kata denominato Pinan no kata (il significato potrebbe tradursi come “mente pacifica”anche se una teoria identifica la parola come di origine  cinese dati i profondi legami dell’isola con la Cina, e in cinese “pinan” significa “stare sicuri”; il nome secondo quanto riportato sarebbe stato suggerito dai suoi allievi), che poi successivamente suddivise col tempo via via in cinque differenti kata per rendere più agevole e progressivo l’apprendimento (un suo studente, Hisateru Miyagi, sosteneva che Itosu insegnasse con convinzione i primi tre lasciando gli ultimi due più in disparte). Questi kata mantengono tutta una serie di principi applicativi antichi ma in una forma semplificata e più breve dei kata classici, e quindi più idonea all’apprendimento dei neofiti. Questi kata a tutt’oggi costituiscono la base degli stili sia shorin di Okinawa sia degli stili giapponesi che si originarono da quei Maestri che, da Okinawa, portarono l’arte nel cuore del Paese (quindi li ritroviamo es. nello Shito ryu così come nello Shotokan sotto la denominazione giapponese di Heian anche se Gichin Funakoshi avrebbe a un certo punto invertito il primo con il secondo nella progressione, ritenendolo più complicato). Le origini di questi kata sono alquanto incerte, esistono differenti teorie a riguardo, e tutte potrebbero essere esatte: 

-una sostiene che il Maestro li avrebbe creati condensando in essi in una forma semplificata i principi di kata superiori (soprattutto il Kushanku ma anche Chinti, Gojushiho ecc)

- Itosu avrebbe rimodulato un antico kata di origine cinese (area di Fukien) chiamato channan, che avrebbe imparato da un naufrago cinese di Tomari (di nome Anan o Chang Nan; oppure Channan  potrebbe essere il nome di una località cinese) con elementi anche del kushanku e a sostegno di ciò in un’intervista del 1934 per il giornale “Karate no Kenkyu” (G. Nakasone) Chokki Motobu, che studiò per un periodo con il Maestro, avrebbe dichiarato che la prima volta che si recò a casa di Itosu vide un gruppo di studenti eseguire un kata molto simile al channan che conosceva lui e Itosu gli spiegò della sua modifica (da qui risulta che dapprima creò un kata unico poi suddiviso in cinque), mentre un’altra conferma dell’esistenza di questo kata si troverebbe nell’elenco fatto da Kenwa Mabuni e Genwa Nakasone in “Kobo Kenpo Karate Do Nyumon” del 1938, nonché in una serie di articoli di Hiroshi Kinjo (a metà anni ’50 nel giornale “Gekkan Karate Do”) e nel libro di Ryusho Sakagami (“Karate Do Kata Taikan”, 1978) e di Tokumasa Miyagi (“Karate Do Rekishi”, 1987) sotto il nome di Yoshimura Channan; Tsukuo Iwai sostiene che nel sistema di Motobu viene conservato un kata (fuori curriculum) di nome Shiraguma no kata chiamato anche channan; Sannosuke Ueshima, gran Maestro di jujitsu e co-fondatore del karate Kushin ryu, imparò da giovane il kata da un poliziotto originario di Okinawa di nome Sugaya Ueshima ad Ako (Giappone)

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-una terza teoria sostiene che in origine esistessero due kata ricollegati allo stile di kung fu della tigre, channan dai e channan sho, e questa teoria è suffragata dalle parole di Hohan Soken del Matsumura Seito, che a suo dire avrebbe ricevuto il suo corredo direttamente dallo zio Nabe Matsumura che gli avrebbe trasmesso il metodo segreto di Sokon Matsumura senza variazioni (anche se, data l’amicizia che lo legava a Chibana, potrebbe averli imparati da lui e averli incorporati quando ha sistematizzato lo stile dato che li chiama anche pinan, infatti diversi suoi allievi li integrarono tutti e cinque); anche Juhatsu Kyoda però disse in gioventù di aver imparato due forme con questo nome, molto basilari. 

Come si evince da queste molteplici teorie, non c’è a tutt’oggi una risposta al quesito, anche se la teoria di un vecchio kata è suffragata da diverse fonti.

L’ ”esperimento” di Itosu, dapprima nella scuola elementare Jinjo di Shuri nel 1903 seguita dal liceo e dall’istituto magistrale nel 1905, venne approvato per i notevoli benefici sia fisici sia educativi dalle autorità giapponesi deputate al governo dell’isola in un periodo di forte nazionalismo in cui si dava enfasi all’educazione delle arti marziali in prospettiva tra l’altro del servizio militare. Generazioni di futuri Maestri (tra cui K. Miyahira) iniziarono la pratica del To De nelle scuole per poi eventualmente proseguire in un dojo esterno, e molti Maestri allievi di Itosu infatti trovarono lavoro come insegnanti (es. A. Tokuda, G. Funakoshi). 

La situazione cambiò il 25 ottobre del 1936 alle ore 16.00, quando, sponsorizzata dal Ryukyu Shinposha (società editrice del giornale delle Ryukyu), si tenne a Naha (allo Showa Kaikan) una riunione delle principali autorità in fatto di To De dell’isola (C. Hanashiro, K. Yabu, C. Miyagi, C. Chibana, C. Kyan, C. Motobu, J. Kyoda, S. Gusukuma), di autorità giapponesi di diversi settori dell’amministrazione sia militare (vice comandante Quartier Generale della Regione Militare Fukushima Kitsuma), di polizia (capo sezione Dipartimento polizia prefettizia Kita Eizo), dell’istruzione (capo dipartimento affari educativi Sato Koichi; bibliotecario capo della prefettura Shimabukuro Zenpatchi; capo sezione dipartimento prefettizio per la pace Goeku Chosho; direttore comitato prefettizio per educazione fisica Furukawa Gisaburo), del giornalismo (presidente del Ryukyu Shinposha Ota Chofu; capo editore Matayoshi Yasukazu; direttore del giornale Yamaguchi Zensoku; giornalista Tamaki) e un non identificato Oroku Chotei. Questa riunione aveva lo scopo di adeguare la pratica del To De a Okinawa, rimasta essenzialmente all’epoca di Itosu, all’ampia risonanza che il karate stava avendo in Giappone. Le minute di quell’incontro sono state tramandate in una sezione del libro “Karatedo Daiho Kan”del 1963 di Kanken Toyama (e tradotte di recente dallo storico Patrick McCarthy) e ci rivelano gli argomenti di discussione, le decisioni prese e le opinioni dei vari Maestri. 

1) il nome dell’arte marziale, indicato sull’isola ancora come To De 唐手 (“mano/tecnica cinese”) mentre in Giappone era diffuso per la maggior parte il termine Karate 空手 (“mano vuota”, stessa pronuncia di to de ma kanji diversi) per indicare la peculiarità dell’arte, seguita dal suffisso “do” (via) che la identifica nel solco della tradizione del budo giapponese di coltivazione dello spirito; tutti gli intervenuti grossomodo concordano sul cambio del nome per il progredire dell’arte e per evitare che vengano in futuro disconosciute le sue origini okinawensi, e stabiliscono di sottoporre il cambio all’approvazione del Butokukai (l’associazione giapponese che si occupa dello sviluppo delle arti marziali)

2) diffusione del karate tramite l’unificazione degli stili da adottare mediante una uniforme di pratica, uso della terminologia giapponese e un sistema di gradi, messa a punto di kata giapponesi, studiare l’elemento competitivo; si segnala la generale approvazione di Miyagi ma preservando anche i kata classici e introducendo kata adatti anche all’insegnamento; sappiamo anche da Nakasone che le Università Teidai e Kansai in Giappone già stavano sperimentando sistemi di protezioni; si affronta inoltre la frammentazione dei vari gruppi di karate a Okinawa e la riunione in una associazione comune, uno shinkokai

3) viene deciso di richiedere alle autorità l’introduzione ufficiale del karate nelle scuole elementari e medie della Prefettura

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Un anno dopo, nel 1937, viene formata la Società Promozionale per il Karate Do della Prefettura di Okinawa, in cui ritroviamo  K. Yabu (che purtroppo morirà dopo poco), C. Hanashiro, C. Miyagi, S. Gusukuma, C. Chibana, J. Kyoda, G. Nakasone, T. Chitose, C. Kyan, (è a questa società che va ricondotta la famosa foto dei Maestri in posa da molti erroneamente attribuita al 1936, ma basta verificare i presenti e balza all’occhio Chitose, che nel 1936 non era presente, e la mancanza di Motobu oltre a tutti gli altri partecipanti dell’amministrazione). Questo comitato, a quanto ci risulta, avrebbe messo a punto una serie di dodici Kihon kata di base, dando attuazione ad un punto deciso nella storica riunione dell’anno prima, ma la situazione cambiò ancora nel 1940. In quell’anno il Prefetto di Okinawa, Generale Hayakawa, creò un altro comitato speciale per il karate per affrontare il problema dell’introduzione di “kata scolastici”: è la prima volta che le autorità giapponesi creano “ufficialmente” un comitato per lo sviluppo del karate, segno del grande interesse che avevano per la materia. In questo comitato troviamo la “nuova generazione” di Maestri e promotori dell’arte marziale:

-Shochoku Ishihara (1898-sconosciuto), uno dei maggiori esperti di kendo dell’isola, nella qualifica di Presidente (poiché il kendo era stato ufficialmente riformato da  poco secondo alcune delle direttrici espresse nella riunione del 1936 tra cui l’introduzione di un kata nazionale, si presume sia stato messo perché potesse mediare tra le varie correnti ed arrivare a una formulazione analoga per il karate)

-Chojun Miyagi, principale esponente del Naha-te, che già nel 1936 si era detto favorevole all’introduzione di kata unificati seppur preservando i kata classici

-Kamiya Jinsei (1894-1964), allievo di Miyagi

-Shinzato Jinan (1901-1945), l’allievo più avanzato di Miyagi

-Miyazato Koji, medico e altro allievo di Miyagi

-Tokuda Anbun (1886-1945) insegnante, allievo di A. Itosu (tra gli insegnanti di K. Miyahira)

-Kinjo Kensei (1913-sconosciuto) studente anziano di C. Chibana, co-fondatore con Sannosuke Ueshima dello stile Kushin ryu

-Kyan Shinei (1914- 16 luglio 1997) studente sia di karate che di kobudo, politico nella Dieta giapponese

-Shoshin Nagamine, fondatore del Matsubayashi ryu, allievo di A. Antichi, C. Kyan e C. Motobu, una delle autorità del karate più eminenti, grande amico di Miyagi

Lo scopo era appunto formulare dei kata unitari adatti all’insegnamento nelle scuole per passare sopra alle vecchie distinzioni di Tomari-te Shuri-te Naha-te, e il compito ricadde principalmente su Miyagi e Nagamine. 

Il lavoro di Nagamine culminò con la creazione del Fukyu kata ichi (“kata di base”, accettato dalla commissione nel giugno 1941), un kata di 21 movimenti sviluppato in 8 direzioni, facile da insegnare eppur difficile da eseguire correttamente. Chojun Miyagi invece mise a punto il Fukyu kata ni anche se non è chiaro se lo aveva già creato poco prima del 1940 o dopo la riunione del Comitato. Riguardo a ciò è opportuno citare una teoria del noto storico Patrick McCarthy, fondatore del metodo Koryu Uchinadi: nel suo curriculum si riscontra un kata denominato Chokyu (Cho e Kyu sono ideogrammi alternativi per rappresentare le iniziali di Nagamine e Miyagi in loro onore), frutto delle sue ricerche in Cina, dove avrebbe rintracciato un esercizio a due nello stile di kung fu del Pugno del Monaco, che in base alla sua ipotesi di lavoro basata anche sulle somiglianze tecniche potrebbe aver fornito lo spunto a Miyagi per formulare il suo kata, sulla base dei suoi studi compiuti con l’esperto Miao Xin (1881-1939) presso l’associazione Chin Wu in uno dei suoi viaggi negli anni ’30. Sebbene questi kata dovessero costituire la base sia degli stili shorin che di quelli shorei, mentre nello shorin vennero mantenuti entrambi, nel Goju Miyagi introdusse l’originale fukyukata ni come gekisai ichi (“distruggere”) e creò un gekisai ni un po’ più avanzato (poi altri Maestri col tempo avrebbero creato nei loro rispettivi stili ulteriori versioni, così come nei vari stili shorin col tempo si aggiunsero altri fukyukata es. Ansei Ueshiro del Matsubayashi creò nel 1960 un fukyukata san non adottato). Kanei Uechi introdusse il kata kanshiwa (per istruire i neogiunti) che talvolta viene indicato come un ulteriore fukyukata rappresentativo della scuola Uechi, ove i primi due rappresentano rispettivamente la Shorin e la Goju. Secondo Zenpo Shimabukuro, anche il kata Ananku, a dispetto delle varie voci che girano sulla sua creazione, sarebbe un kata scolastico, ideato da Chotoku Kyan sulla base di kata più avanzati per insegnare nell’istituto agrario di Kadena intorno al 1931. 

N.B. Molti Maestri inventarono altri kata semplificando anche vecchie forme, ma questo articolo si concentra solo sul’evoluzione dei kata nel sistema scolastico okinawense. 

Per maggiori informazioni potete leggere:

"Karate Shorin-ryu: kata parte 2" (clicca qui)

 
"Karate Shorin-ryu: kata" (clicca qui)

"Karate Shorin-ryu: L'eredità delle guardie del re di Okinawa" (clicca qui)

"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri"  (clicca qui)

"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)

Articolo a cura di Manuel Vignola

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