KARATE AI TEMPI DEL COVID-19. COSA FARE A CASA E COME NON FAR CALARE LA VOGLIA DI ALLENARSI IN ADULTI E BAMBINI.

Articolo a cura di  Emanuel Giordano 

Come ben sappiamo tutti, da diverse settimane i dojo e le palestre sono chiusi, e chi vuol continuare ad allenarsi è costretto a farlo a casa propria dove, tolte rare eccezioni, spesso lo spazio non abbonda. In realtà questo è il minore dei problemi poiché bastano pochi metri quadrati per allenarsi, e poiché mancano cose ben più importanti come gli attrezzi adatti all'allenamento, i compagni di pratica e gli insegnanti. Ecco che quindi molti karateka stanno perdendo la voglia di praticare, lasciandosi andare ad allenamenti sempre più approssimativi e sempre più noiosi, la cui frequenza tende quindi a diminuire nel tempo. Come porre rimedio a tutto ciò? Iniziamo a vedere alcuni accorgimenti insieme:
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RISPETTO DELLA FORMA 
Sembrerà banale, ma uno degli elementi essenziali in questi casi è il rispetto della forma, specilamente nei praticanti con poca esperienza alle spalle. Il fatto stesso di indossare corretamente il karategi e l'obi durante la pratica è un piccolo espediente per spezzare la monotonia che caratterizza queste giornate. L'esecuzione dei kata, e dei vari esercizi, deve rispettare l'intensità, il ritmo, e la concentrazione di un normale allenamento presso il dojo, e perseguire il fine del miglioramento della propria pratica. Un altro modo di ripettare la forma è quello di eseguire correttamente il saluto prima e dopo la pratica, pulire lo spazio dove ci si allena prima e dopo la sessione di allenamento, eseguire correttamente gli esercizi di riscaldamento, ecc. 
 
VARIAZIONE DEGLI ALLENAMENTI
Al contempo è necessario fare più allenamenti alla settimana, scegliendo un programma differente per le varie sessioni. Un esempio può essere quello di fare 4 allenamenti dedicati alla tecnica e 2 al potenziamento durante la settimana, usando il 7° giorno per il riposo ed il recupero fisico. Per chi pratica anche lo studio di una o più armi può esser utile alternare giorni dedicati alla pratica dell'allenamento a mani nude, e altri alla pratica delle armi. Se poi fosse possibile installare delle attrezzature di fortuna, che possano momentaneamente sostituire quelle presenti al dojo, l'allenamento può esser ulteriormente variato (ad esempio installando un rudimentale kakete-biki come questo nel video). Non prolungare troppo le sessioni di allenamento è anche un altro buon metodo per non far calare la voglia di praticare. Piuttosto che cimentarsi in una lunga sessione, si può fare un po' di allenamento al mattino ed un po' alla sera, così da riempire la giornata.
 
 
COMUNICAZIONE
Tenersi in contatto con il proprio maestro e con i compagni di pratica oggi è semplicissimo. Esistono decine di metodi per mandare messaggi, foto, video o per fare una semplice telefonata. Scambiarsi consigli sulla pratica, o approfittare di questo tempo a disposizione per chiarire eventuali dubbi, oggi è semplicissimo grazie alle tecnologie in nostro possesso. Anche le video lezioni in diretta possono essere un buon strumento MOMENTANEO, e sebbene NON SIANO COMPLETE, né possano MAI SOSTITUIRE LA PRATICA TRADIZIONALE via à vis, possono essere un buon metodo per far in modo che grandi e piccoli abbiano un'ulteriore motivazione per allenarsi.
 
STUDIO

Bunbu ryodo (o Bunbu ichinyo) è un tassello fondamentale della arti marziali tradizionali. Tradotto in maniera semplice significa che lo studio delle arti marziali deve esser sempre affiancato dalle attività culturali (Bunbu ryodo: la via dove arti marziali e cultura si uniscono; Bunbu ichinyo: le arti marziali e la cultura sono una cosa sola). Nella fattispecie può esser di maggior utilità impiegare parte di questo sovrabbondante tempo libero per studiare la storia e la teoria che fa parte del Karate, di cui esiste un'abbondante documentazione. Bisogna però fare attenzione che le fonti a cui si attinge siano sincere, poiché una buona parte del materiale in circolazione (testi, articoli e video) talvolta è errato a causa della grossolanaggine degli autori, o a causa di faziosità, la quale porta ad alterare volutamente i dati tecnici e storici, al fine di avvalorare tesi infondate, ma che fanno comodo a perrorare la causa degli autori (per citarne una, affrontammo in passato uno di questi argomenti nel seguente articolo).

CONCLUSIONE
Spero umilmente di aver fornito spunti interessanti a tutti i praticanti di Karate Tradizionale di Okinawa (Shorin-ryu, Goju-ryu, Uechi-ryu, ecc), e di Karate giapponese (Shotokan, Shito-ryu, Wado-ryu, ecc), magari facendo venir voglia a questi ultimi di conoscere meglio il Karate dal quale è derivato il loro, riscoprendo alcuni degli aspetti della pratica tradizionale originale. Buona pratica a tutti, e che questo infausto periodo passi il prima possibile!

Per maggiori informazioni potete leggere:
"Karate Shorin-ryu: kata parte 2" (clicca qui)

 
"Karate Shorin-ryu: kata" (clicca qui)
 

"Karate Shorin-ryu: L'eredità delle guardie del re di Okinawa" (clicca qui)

"Storie di Okinawa: spiriti, magia e leggende dell'isola giapponese" (clicca qui)

"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri"  (clicca qui)

"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)