KARATE E PROTEZIONI: IL PENSIERO DEI MAESTRI DEL PASSATO

Articolo a cura di Emanuel Giordano 

L’uso di dispositivi di protezione moderni, nel Karate, è oggi cosa ovvia sia nel Karate sportivo, sia in quello tradizionale. Difatti, senza elencare tutti i vari regolamenti relativi alle competizioni, possiamo dire che gli atleti di sport Karate, chi più chi meno, indossano protezioni per il corpo. In minor misura ciò avviene anche negli allenamenti di Karate tradizionale, dove anche solo l’utilizzo del sospensorio è fortemente raccomandato, specialmente nel Karate tradizionale di Okinawa, dove l’uso di calci bassi è più diffuso. Esistono inoltre fior di articoli relativi al Bogu Karate / Bogu Kumite, tra cui vi segnalo Timeline of Bōgu-tsuki Karate (A. Quast, 2016), che possono illustrarvi anche le varie tipologie di allenamento e competizioni che utilizzano protezioni di vario genere specificando anche il loro sviluppo nel tempo.
 
In questo articolo, invece, vorrei proporvi i pensieri di alcuni grandi maestri di Karate del ‘900. Infatti, sebbene nel secondo dopoguerra il Bogu kumite abbia avuto una grande espansione nell’isola di Okinawa, l’utilizzo di dispositivi protettivi risale a molto tempo prima. Sono note a tutti le foto che ritraggono i maestri Yabu Kentsu, Mabuni Kenwa e Taira Shinken, ma le parole scritte da altri maestri sono meno conosciute:
 
KYAN CHOTOKU SENSEI
Tradizionalmente l’allenamento del kumite veniva eseguito senza alcuna protezione, e quindi gli incidenti capitavano. È necessario quindi utilizzare alcune protezioni come nel kenjutsu, ed indossare guanti imbottiti. In questa maniera gli incidenti possono essere evitati. […] Per l’allenamento, a parte il makiwara, e le protezioni menzionate sopra, non c’è bisogno di nessun’altra attrezzatura e nemmeno di un compagno o di un ampio spazio. Questo è uno dei vantaggi del Karate.” (Tratto dall’intervista rilasciata a Miki Nisaburo nel 1929, disponibile in versione integrale ed in italiano nel libro: Karate no buyuden 2 - la storia eroica del Karate, parte seconda https://www.amazon.it/dp/B09NRZFS93).
 
MIYAGI CHOJUN SENSEI
[…] Cogliendo questa opportunità, dovremmo smettere di pubblicizzare il Karate come se fosse un’arte di combattimento misteriosa e magica, [originaria] di un piccolo arcipelago chiamato Ryukyu. Dovremmo aprire il Karate al pubblico e ricevere critiche, opinioni e studi da altri importanti artisti marziali. In futuro, dovremmo inventare protezioni complete per un torneo di Karate in totale sicurezza, come altre arti di combattimento, in modo che il Karate diventi una delle arti di combattimento giapponesi.” (Tratto da Ryukyu Kenpo Karate-do enkaku gaiyo, scritto nel 1936, disponibile in versione integrale ed in italiano nel libro: Karate no buyuden 2 - la storia eroica del Karate, parte seconda https://www.amazon.it/dp/B09NRZFS93).
 
CHIBANA CHOSHIN SENSEI
[…] Nella capitale il Karate è molto popolare, ma trascurare i kata e usarli per delle competizioni sportive mi pare un errore. Inoltre, durante gli incontri sportivi senza protezioni, non si può escludere che possano capitare degli incidenti.” (Tratto da Karate-do ni tsuite, scritto nel 1958, disponibile in versione integrale ed in italiano nel libro: Karate no buyuden - la storia eroica del Karate https://www.amazon.it/dp/B08TYJNYSP).
 
TRE MAESTRI CONTEMPORANEI, TRE PENSIERI DIFFERENTI
Come abbiamo appena letto, questi tre grandi maestri avevano idee simili ma differenti. Kyan sensei parla semplicemente di utilizzo di protezioni durante l’allenamento del kumite, termine che non indica solo lo sparring, ma tutta una serie di esercizi di combattimento. Non menziona né tornei, né competizioni. Di altro avviso, invece, era Miyagi sensei, il quale parla chiaramente dell’impiego di dispositivi di protezione durante un ipotetico torneo di Karate, al fine di permetterne lo svolgimento in totale sicurezza. Chibana sensei, invece, critica semplicemente l’eccessiva enfasi posta nelle competizioni da parte del Karate praticato nel Giappone “continentale”, nonché la mancanza dell’uso di protezioni durante i combattimenti. Difficile giudicare le idee di questi maestri semplicemente estrapolando alcune frasi dai loro scritti, ma è comunque interessante analizzare ciò che hanno ritenuto degno di esser scritto. 
 
PER MAGGIORI INFORMAZIONI POTETE LEGGERE:
"Karate no buyuden 2 - la storia eroica del Karate, parte seconda" (clicca qui)
 
"Karate no buyuden - la storia eroica del Karate" (clicca qui)
 
"Karate Shorin-ryu: kata parte 2" (clicca qui)

 
"Karate Shorin-ryu: kata" (clicca qui)
 

"Karate Shorin-ryu: L'eredità delle guardie del re di Okinawa" (clicca qui)

"Storie di Okinawa: spiriti, magia e leggende dell'isola giapponese" (clicca qui)

"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri"  (clicca qui)

"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)