KENPO 拳法, TODE 唐手 O KARATE 空手?

Articolo a cura di Emanuel Giordano 

PREMESSA:
I tre termini significano rispettivamente PUGILATO, TECNICA/MANO CINESE (il kanji 唐 in realtà indica la dinastia cinese Tang, la quale fu per un periodo sinonimo di “cinese”) e MANO VUOTA. Sebbene questi non siano i soli termini che furono impiegati per definire l’arte marziale okinawense oggi nota come Karate, sono indubbiamente i principali utilizzati nell’arco del ‘900, dove già il termine più generico Te/Ti 手 era stato pian piano soppiantato (talvolta fu ancora usato per distinguere l’arte indigena da quella d’importazione cinese, come in alcuni articoli pubblicati dai vari maestri di Karate). 
 
Kenpo è la pronuncia giapponese del termine cinese Quanfa (talvolta latinizzato in Chuanfa), Tode (Toudi in Uchinaaguchi. In giapponese si può leggere anche Karate, sebbene con significato differente da quello odierno) era il termine utilizzato nelle Ryukyu per indicare le arti marziali di origine cinese (o supposte tali), mentre Karate è il termine impiegato per la prima volta da Hanashiro Chomo sensei nel 1905 per indicare la nostra arte marziale. Tale termine fu poi utilizzato nel Giappone continentale e da Funakoshi sensei, venendo infine ufficialmente adottato ad Okinawa dopo la riunione dei maestri del 1936.
 
PRIMA DELL’USO DI “KARATE”:
Come emerge dalle diverse fonti scritte, il termine più utilizzato era una combinazione di Kenpo e Tode. Funakoshi sensei intitolò il suo primo libro Ryukyu Kenpo Tode (1922); Motobu sensei intitolò il suo Okinawa Kenpo Toudi-jutsu Kumite-hen (1926); Kyan sensei usò Okinawa Kenpo Tode-do Kihon Kumite (1934), ecc. É evidente che non si tratti quindi di un termine usato solo da un maestro. Tuttavia, nel Giappone continentale iniziò a prender piede il termine Karate scritto in hiragana  からてo から手, come testimoniato anche nelle minute dell’incontro dei maestri di Karate del 1936 e in alcuni libri. Nello stesso verbale, Gusukuma sensei descrive una situazione simile nelle scuole medie di Okinawa, dove il termine Tode iniziava ad esser preso in antipatia, spingendolo ad utilizzare semplicemente Kenpo. Questo accadde in parte a causa del crescente nazionalismo nipponico, ed in parte per le tensioni che si andavano formando tra Giappone e Cina, e che avrebbero portato al secondo conflitto sino-giapponese nel 1937. Lo stesso Funakoshi sensei nel suo libro Karate-do Kyohan (1935) spiegherà il perché del cambio del kanji da 唐 a空, sebbene dando una spiegazione “di comodo”, e disconoscendo il termine Tode 唐手.
 
CONSEGUENZE:
Il termine Karate 空手, dopo la riunione del 1936, soppiantò ogni altro termine usato prima, dando maggior unione alla nostra arte marziale. Il fatto che Tode 唐手 si pronunci anche Karate aiutò notevolmente questa transizione. 
 
LA SEMI-SCOMPARSA DEL TERMINE “KENPO”:
Esclusi rarissimi casi (es. Okinawa Kenpo di Nakamura Shigeru) oggi tutte le scuole usano il termine Karate 空手. Forse, se non si fosse trovato un termine sensato così simile a quello in uso all’epoca dei fatti, oggi anche noi chiameremmo la nostra arte marziale Ryukyu/Okinawa Kenpo. Paradossalmente, anche il termine Kenpo è oggi poco utilizzato. Tolte le poche scuole di Karate che ancora lo utilizzano, e tolto in Nippon Kenpo, esso è quasi totalmente caduto in disuso, in quanto anche le arti marziali cinesi ormai vengono convenzionalmente definite Kung fu o Wushu, invece di Quanfa 拳法. 
 
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