PERCHÉ MABUNI SCELSE DI INSEGNARE KARATE AD OSAKA?

Articolo a cura di Emanuel Giordano 

Come tutti sanno, molti karateka okinawensi si trasferirono nel Giappone “continentale” in cerca di lavoro. Alcuni di essi iniziarono poi ad insegnare Karate nelle città dove si erano trasferiti. A tal proposito possiamo citare, ad esempio, Motobu Choki ad Osaka, o Uechi Kanbun a Wakayama. 
Diverso è il caso di  Funakoshi Gichin il quale, una volta presa la decisione di non rientrare ad Okinawa e di restare a Tokyo ad insegnare Karate, dovette provvedere al proprio sostentamento nella capitale imperiale lavorando, talvolta accettando di fare anche lavori umili e ben diversi dal mestiere di insegnante scolastico. Difatti la maggior parte di questi karateka, pur provenendo da famiglie nobili e/o benestanti, dopo il rinnovamento Meiji (iniziato nel 1868) e l’abolizione del Regno delle Ryukyu (1872), dovette svolgere anche lavori umili per provvedere al proprio sostentamento. Ad esempio, Funakoshi stesso racconta di aver riconosciuto in un conducente di risciò un ex-nobile okinawense emigrato nel Giappone “continentale”. La successiva crisi economica mondiale della fine degli anni ‘20 del secolo scorso peggiorò la situazione, inquanto il Giappone soffrì particolarmente di un brusco calo delle esportazioni, cosa che danneggiò profondamente l’economia dell’impero nipponico, e che peggiorò le già difficili condizioni di un’Okinawa già danneggiata dallo scioglimento del proprio regno.
 
Anche i karateka rimasti ad Okinawa all’inizio del periodo Showa (25 dicembre 1926 e il 7 gennaio 1989), seppur appartenenti a famiglie nobili o, addirittura, imparentati con l’ex famiglia reale, dovettero svolgere ogni genere di lavoro. Lo stesso Chibana Choshin sensei trovò impiego presso un’azienda carbonifera, e questo cambiò tantissimo il destino di buona parte del Karate…
 

Chibana Choshin sensei
 
Secondo quanto scritto da Miyahira Katsuya sensei, secondo Presidente della Okinawa Shorin-ryu Karatedo Kyokai, nell’articolo “In memoria di Chibana Choshin sensei” (19/04/1981), all’inizio del periodo Showa Chibana ricevette una richiesta di recarsi nel Kansai per insegnare il Karate. Il maestro, tuttavia, proprio perché aveva trovato lavoro presso la suddetta impresa, declinò l’invito, e raccomandò al suo posto Mabuni Kenwa, il quale accettò l’offerta. Come già sottolineato da Miyahira sensei nel sopracitato articolo, questo ebbe delle grosse conseguenze per lo sviluppo del Karate. Difatti Mabuni sensei ebbe molto successo nel diffondere il suo Shito-ryu, uno degli stili di Karate oggi più praticati al mondo, cosa che non sarebbe avvenuta se Mabuni fosse rimasto ad Okinawa invece che andare ad Osaka.
 

Mabuni Kenwa sensei
 
Tuttavia è facile immaginare che se Chibana sensei avesse accettato l’offerta, o se non avesse raccomandato Mabuni sensei, le cose sarebbero state molto diverse. Difatti lo Shito-ryu non avrebbe avuto la popolarità attuale e, forse, lo Shorin-ryu di Chibana sensei si sarebbe diffuso maggiormente, e/o avrebbe subito la sorte degli altri stili diffusisi nel Giappone “continentale”, subendo profonde modifiche tecniche. Inoltre Chibana sensei non avrebbe potuto svolgere il suo lavoro di promotore del Karate Tradizionale di Okinawa come primo Presidente della Okinawa Karatedo Renmei, la prima federazione di Karate okinawense. La storia ovviamente non si fa con i “se” e con i “ma”, ma è interessante scoprire le cause di determinati eventi, nonché ipotizzare cosa sarebbe potuto accadere se le cose fossero andate diversamente.
 
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