RAPPORTI TRA IMPERO CINESE E IL REGNO DELLE RYUKYU (OKINAWA) - PARTE 4, KUSANKU

Articolo a cura di Emanuel Giordano

Seguito della PARTE 3 .

Prima di proseguire, vorrei approfondire alcuni dettagli di quest'ultima missione cinese, in particolare alcuni interessanti dettagli sul sapposhi Quan Kui/Zen Kai 全魁.  

Innanzi tutto il suo titolo in giapponese viene scritto 侍講 / 侍讀, che significa tutore imperiale o di un principe ereditario, che è l'equivalente del titolo che appare nei documenti cinesi, cioè 侍讀 / 侍读, che vuol dire insegnante reale / imperiale, il quale è un grado che copriva diversi compiti, i quali variavano da una dinastia all'altra, includendo anche l'editoria.

Come già visto, si tratta del famoso delegato cinese che guidò la missione diplomatica ad Okinawa nel 1756-1757, durante la quale venne incoronato il re Sho Boku (1739-1794). Di etnia manciù [(尼吉哩氏) clan Nijili, (字斗南) lettera dòunán, (號穆齋) numero mùzhāi, (满洲镶白旗人) membro della Bandiera bianca bordata Manciù (le Otto bandiere erano divisioni amministrative / militari sotto la dinastia Qing in cui furono inserite tutte le famiglie dei Manciù)], Quan Kui era un tutore imperiale presso l’accademia imperiale Hanlin, la quale formava gli ufficiali imperiali cinesi, e che era stata istituita nel 738 d.c. dall’imperatore Xuanzong (dinastia Tang). Durante il viaggio verso Okinawa, la sua nave naufragò sulla barriera corallina nei pressi di Kume-jima, dove eressero un tempio taoista in favore della divinità marina “Mazu”, in ringraziamento per non aver avuto perdite umane durante l’incidente. La missione diplomatica guidata da Quan Kui dovette tornare a Fuzhou, da dove ripartì per Naha con una nuova nave. Quan Kui ed il suo seguito, dopo aver effettuato le cerimonie a Shuri, rimasero ad Okinawa per sette mesi (i documenti cinesi dicono 227 giorni), in attesa del vento favorevole. Dai documenti cinesi è emerso che la missione diplomatica aveva anche lo scopo di fare propaganda culturale, in particolare in materia di medicina, letteratura, calligrafia, musica e persino cultura del cibo (risulta quindi plausibile anche una dimostrazione di arti marziali). Come abbiamo già detto nell'articolo precedente, sappiamo inoltre che ci furono dei disordini e dei combattimenti tra alcuni membri dell’ambasciata cinese e alcuni okinawensi, e che l’imperatore cinese punì i responsabili (cinesi), in certi casi anche con la morte.

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PERCHE' QUAN KUI E' COSì IMPORTANTE?

Alcuni storici lo hanno collegato alla figura di Kusanku, il famoso artista marziale cinese citato nell’Oshima Hikki. Questo perché la parte di testo relativa a Kusanku è preceduta dalla trascrizione di alcuni documenti e poesie di Quan Kui, ma anche perché il folklore dice che Kusanku visitò Okinawa in quel periodo, e la missione di Quan Kui è l’unica che si potrebbe adattare al caso, essendo la precedente avvenuta nel 1719. Sebbene in un primo momento abbia creduto anche io che Quan Kui potesse essere Kusanku, ho dovuto riesaminare i dati a causa di nuove informazioni emerse dall’indagine.


Come si può notare da questa scansione, la scritta "tutore imperiale Quan Kui" si trova all'immediata destra della parte in cui si parla di Kusanku (qui scritto Kushanku). Trattasi in realtà della firma posta alla fine del testo riportato ancor più a destra. Testo e firma sono la trascrizione di un makimono originale di Quan Kui.

PREMESSA, COS’È L’OSHIMA HIKKI 大島筆記:
 
L’Oshima Hikki è una raccolta di note redatta nel 1762 dallo studioso confuciano  Tobe Yoshihiro. In quell’anno una nave del Regno delle Ryukyu (odierna prefettura di Okinawa) partì in direzione di Satsuma (odierna prefettura di Koshima, nel sud del Giappone), ma naufragò sull’isola di Oshima, nella provincia di Tosa (oggi prefettura di Kochi). Durante la permanenza sull’isola l’equipaggio, ed in particolare Shiohira Peichin, parlarono con Tobe Yoshihiro, riportando testimonianze dei loro viaggi e della loro vita.
 
L’Oshima Hikki contiene diverse descrizioni dell’Impero cinese, circa 60 ryuka (poesie okinawensi) e aneddoti vari, tra cui quello relativo a Kusanku 公相君.
 
Purtroppo l’Oshima Hikki presenta due problemi:
 
  1. Non è organizzato al suo interno, ma è per lo più una raccolta di note/appunti.
  2. Tutto il testo è scritto in "kanbun" 漢文, cioè una forma di giapponese antico, scritta con un ricco uso di kanji e che utilizza le regole grammaticali cinesi, il che rende difficile la traduzione e la comprensione anche da parte dei più esperti.
KUSANKU E QUAN KUI NELL’OSHIMA HIKKI:
 
Se prendiamo come riferimento la scansione dell’Oshima Hikki pubblicata dall’Università delle Ryukyu, troviamo le cinque colonne relative a Kusanku tra le pagine delle scansioni 45 e 46. Una delle possibili traduzioni è:
 
L'altr'anno, un uomo chiamato Kushanku che era cinese ed era un praticante di Kumiaijutsu eseguì una dimostrazione pubblica in cui i suoi studenti tentarono di sopraffarlo. Con poco sforzo l'uomo usò la mano e tecniche del piede per sopraffare i suoi avversari molto più grandi di lui.
 
Altre possibili traduzioni indicano l’uso di una tecnica di proiezione a “chela di granchio” (Patrick McCarthy cita il termine “Sasoku”), usata contro le gambe dell’avversario. Viene anche citata una presa al bavero, ma non è chiaro se faccia parte della tecnica di difesa di Kusanku, o se si tratti della tecnica dalla quale esso si stava difendendo.
 
Perché è quindi così complesso identificare storicamente Kusanku? Semplicemente perché Kusanku 公相君 non è un nome, bensì un termine che può essere tradotto come pubblico ufficiale / ufficiale governativo
 

Perché è improbabile che Kusanku fosse Quan Kui? Molto semplicemente perché Quan Kui è citato diverse volte nelle pagine che precedono il paragrafo su Kusanku, ma sempre e comunque con il suo titolo cinese. Non avrebbe alcun senso scrivere per pagine il nome 全魁 Quan Kui (sempre accompagnato dai vari titoli) e poi, improvvisamente, scrivere un titolo completamente differente, generico e senza nome (公相君 Kusanku) per descrivere la stessa persona. Sebbene questa non sia una prova schiacciante nell’escludere Quan Kui dalla lista dei “possibili Kusanku”, si tratta comunque di un forte indizio.

QUAN KUI NEI DOCUMENTI CINESI
 
Il termine tutore imperiale trova riscontro in altri documenti? Certo, come detto sopra Quan Kui viene definito con quel titolo anche in alcuni documenti cinesi, ad esempio 李调元《雨村诗话》亦云, cioè 《Poesie sul villaggio della pioggia》 Yiyun di Li Tiaoyuan.  Nel testo compare:
 
 "乾隆二十一年丙子,大司马周文恭公同侍读全穆斋魁率奉命册封琉球"
 
che si può interpretare:
 
"Nel 21° Qianlong (1756) anno di bing, il gran ufficiale/ministro Zhou Wengong e il tutore imperiale Quan mùzhāi Kui hanno ricevuto l'ordine di legittimare (il regno delle) Ryukyu."
 

Il calligrafo Wang Wenzi
 
CONCLUSIONE DELL’APPROFONDIMENTO
 
Sebbene non si sia riuscito a dimostrare un legame tra Kusanku e Quan Kui, quest’ultimo deve aver comunque avuto un grande impatto sulla corte del Regno delle Ryukyu, tanto da esser ricordato e citato anni dopo da Shiohira Peichin, il quale doveva aver con se anche una copia dei suoi scritti, altrimenti non si spiegherebbe la loro trascrizione nell’Oshima Hikki.
 
CONTINUA...
 
Per maggiori informazioni potete leggere:
"Karate Shorin-ryu: kata parte 2" (clicca qui)

 
"Karate Shorin-ryu: kata" (clicca qui)
 

"Karate Shorin-ryu: L'eredità delle guardie del re di Okinawa" (clicca qui)

"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri"  (clicca qui)

"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)