GICHIN FUNAKOSHI Parte 3: I SUPPORTERS DI FUNAKOSHI
02.12.2021 15:48
Mabuni sensei con le protezioni da bogu kumite
Articolo a cura di Manuel Vignola
A questo punto Funakoshi iniziava ad avere un primo successo soprattutto in campo universitario, e con il crescere del numero degli studenti un altro famoso personaggio intervenne in suo supporto: Hakudo Nakayama (1872-1958), probabilmente il più famoso Maestro di Kendo del Giappone di quel periodo, nonché personaggio ben inserito nel mondo delle arti marziali giapponesi. Egli offrì a Funakoshi la disponibilità dei suoi locali del dojo Yushinkan quando non erano utilizzati per le lezioni, e i due divennero amici. Funakoshi affittò una piccola abitazione nei pressi, ma poco più avanti poté permettersene una più grande con un vasto cortile in cui poteva anche insegnare; il numero degli allievi era aumentato e la situazione economica del Maestro era migliorata notevolmente. Inoltre, nel 1927, lo raggiunse il suo terzogenito, Gigo (Yoshitaka), il quale dopo un periodo come carpentiere ottenne il diploma di tecnico radiologo e iniziò a lavorare in un ospedale. É il secondo periodo della vita di Funakoshi a Tokyo, il periodo Yushinkan (1924-1931).
Nel 1928 avvenne un incontro a Tokyo tra Funakoshi e i suoi due vecchi amici, Kenwa Mabuni e Chojun Miyagi e, secondo Shinkin Gima, Funakoshi rimase stranito dal sentir definire il Karate come Shuri Te, Naha Te e Tomari Te; trattasi in effetti di una suddivisione recente, risalente all’anno prima, quando ad Okinawa venne usata per la prima volta la distinzione in tre villaggi, per presentare il Karate a Jigoro Kano. Il 20 marzo 1928 la Casa Imperiale (dietro suggerimento di Kano) chiese a Funakoshi di organizzare un’esibizione per l’Imperatore e la sua famiglia al Seinen Kaikan; fu la seconda volta che il Maestro si esibiva con alcuni suoi studenti di fronte all’Imperatore, e questa volta lo fece nella Capitale Imperiale e, perdipiù, l’Imperatore si ricordò della precedente esibizione ad Okinawa, come gli riferì il suo Segretario.
Verso la fine degli anni ‘20 e l’inizio degli anni ‘30, iniziarono alcuni dissapori con alcuni studenti che, essendo stati cresciuti nella società giapponese, si trovavano male con il sistema addestrativo tradizionalista di Okinawa, ed erano più avvezzi alle metodiche del Kendo e del Judo: nel 1927, per esempio, tre studenti che insegnavano alla Shichi-Tokuda, Miki, Bo e Hirayama, introdussero nei loro corsi il combattimento libero usando indumenti protettivi tratti dal Kendo (cosa che tra l’altro si stava già sperimentando anche ad Okinawa, grazie a Kentsu Yabu e Kenwa Mabuni) incappando nelle ire di Funakoshi e Otsuka che non si presentarono più in quel corso. Funakoshi fu sempre contrario al combattimento libero, tuttavia Otsuka e Konishi riuscirono a introdurre, dopo averlo persuaso, forme basilari di combattimento prestabilito analoghe agli esercizi di base a coppie del Kendo e del Jujutsu nell’insegnamento: intorno al 1930 il gohon kumite (a cinque passi a cui seguirà il sanbon kumite a tre passi, esercizi tratti dal Kendo), nel 1933 il cosiddetto kihon kumite (già dimostrato nel 1928 davanti all’Imperatore). Tra gli anni ‘20 e ‘30 anche altri Maestri di Okinawa iniziarono a diffondere i loro insegnamenti in Giappone “continentale”, Miyagi e soprattutto Mabuni, che si trasferì dopo un anno ad Osaka (per rispetto a Funakoshi che lavorava nell’area di Tokyo), Motobu già era arrivato, e anche Kanken Toyama.
Mabuni sensei con le protezioni da bogu kumite
Motobu sensei
Toyama sensei
Con il tempo però la crescita sia degli studenti di Kendo che di quelli di Karate cominciò a farsi sentire, e il dojo di Nakayama non riusciva a soddisfare più le aspettative iniziali: iniziava il terzo periodo detto del Masagocho dojo (1931-1938) in cui Funakoshi, che adesso economicamente era in una buona situazione, comprò una casa in centro a Tokyo, e nel giardino organizzò un dojo, che un anno più tardi ingloberà anche parte della casa vicina.
Nel dicembre 1933, grazie soprattutto all’infaticabile opera di Yasuhiro Konishi, il Karate venne riconosciuto ufficialmente dal Dai nippon Butokukai (di cui lui era già un membro influente per il Kendo) come Budo giapponese, e lo stesso Konishi venne nominato nella commissione che giudicava il rilascio delle licenze di insegnamento ufficiali, creando lamentele tra vari Maestri okinawensi: Miyagi e Sannosuke Ueshima ricevettero i primi gradi di Kyoshi (Insegnanti), e vennero incoraggiati i vari Maestri a denominare i loro rispettivi stili. Nel 1938 divenne Kyoshi Hironori Otsuka, e nel 1939, grazie all’interessamento di Konishi, venne dato il titolo di Renshi ai due Funakoshi (padre e figlio) e a Mabuni; nel 1941 Funakoshi ottenne il grado di Kyoshi.
In questo periodo (1934) si consumò la rottura definitiva con Otsuka, e i motivi potrebbero essere diversi: la volontà di Otsuka di dare una propria linea e metodologia al suo insegnamento; il fatto che, come Konishi (e infatti anche lui era molto criticato), studiasse anche lui con Choki Motobu; il fatto che secondo alcuni Funakoshi non apprezzasse (e neppure il figlio Gigo) l’inclusione di sempre maggiori tecniche di Jujutsu nel suo Karate; ed ebbe il suo peso, pare, anche una questione di soldi: Otsuka in quel periodo si dimise dalla Banca Kawasaki, dando un contributo per creare il dojo ufficiale del Maestro, ed essendo bancario, si occupava di gestire le donazioni. Però, il primo figlio di Funakoshi, Giei, era pressato dai debiti che aveva accumulato con il gioco d’azzardo, ed iniziò a fare pressioni su Otsuka che, alla fine, dopo aver fatto una riunione con gli altri allievi anziani, accettò di aiutarlo. A quanto pare però, Giei non restituì più i soldi, e accusò Otsuka di averli rubati. La situazione divenne tanto insostenibile che alla fine Otsuka decise di staccarsi e fondare il suo Wado-ryu. Non si sa quale fu il motivo principale, tuttavia Funakoshi non ruppe del tutto i rapporti con lui, tanto che andrà all’inaugurazione del suo dojo il 1 aprile 1934. Il suo posto verrà preso da un altro allievo anziano di Funakoshi, Takeshi Shimoda (1901-1934), che purtroppo morì di lì a poco, cosicché Gigo Funakoshi prese a sua volta il ruolo di istruttore principale. Era un periodo in cui Shimoda, Egami e Funakoshi viaggiavano molto in tutto il Paese, facendo dimostrazioni (Kyoto, Osaka, nel Kyushu, ecc, e pare abbiano anche visitato la Corea). Il 1934 fu anche l’anno in cui Konishi si allontanò a sua volta da Funakoshi, e in cui fondò il suo stile Shindo Jinen-ryu.
Nel 1934 a Funakoshi, Mabuni e Miyagi venne chiesto da una società di Tokyo (Hawaiian Pacific Times) di diffondere il Karate nelle Hawaii, segno del forte interesse per l’arte; dei tre solo Miyagi si recò ad insegnare alle Hawaii per un breve periodo.
Nel 1935 venne pubblicato un altro libro di Funakoshi, “Karate-doo Kyohan”, il testo fondamentale in cui si rileva ufficialmente la rottura con il modo tradizionale di intendere il Karate, nonché il suo adeguamento ai canoni del Judo, al fine di ottenere il riconoscimento ufficiale dal Dai Nippon Butokukai. Venne introdotto il sistema kyu e dan, ossia il sistema di graduazione degli allievi, venne introdotta una terminologia giapponese, venne ufficializzato il nuovo termine di Karate-do al posto di Tode-jutsu (da “mano/tecnica cinese” a “mano vuota”, che in verità era già utilizzato da Funakoshi dal 1929, secondo Tetsuhiro Hokama, dopo aver discusso con l’Abate del tempio zen di Engaku-ji), venne sostituita la terminologia okinawense, figlia della riforma di Itosu, con quella giapponese, dato il clima di forte nazionalismo (soprattutto del Dai Nippon Butokukai), e di conseguenza i nomi dei kata vennero cambiati. Venne introdotto il jiyu kumite, il combattimento “libero”, che Funakoshi non apprezzò mai.
Il 1935 fu anche l’anno in cui si costituì l’associazione Dai Nihon Karate-do Kenkyukai, una sorta di versione giapponese del Kenkyukai okinawense, con lo scopo anche di raccogliere fondi per costruire il primo vero dojo di Karate in Giappone, iniziativa ideata da Kichinosuke Saigo, allievo senior, nonché membro di una famiglia influente. L’organizzazione cambiò nome un anno dopo, diventando la Dai Nippon Karate-do Shotokai, attualmente ancora in funzione.
Nella primavera del 1939 tutti gli sforzi dei vari donatori vennero coronati con la costruzione a Tokyo del primo dojo di Karate in Giappone “continentale” (a Zoishigawa, Tokyo), che riceverà il nome di “Shotokan” (inaugurato ufficialmente il 29 luglio 1941), prendendo spunto dallo pseudonimo poetico di Funakoshi, Shoto appunto. Il nome, come sottolineò lui stesso, venne scelto dal comitato che aveva raccolto i fondi, in suo onore. Funakoshi, ormai anziano, aveva il suo dojo, e ne affidò la responsabilità a Gigo Funakoshi, che con il suo gruppo (soprattutto con Shigeru Egami) iniziò una personale ricerca che avrebbe completamente cambiato il Karate (a cui suo padre aveva certo apportato già alcuni cambiamenti), distaccandolo in parte dall’arte di Okinawa, ed in parte attingendo dal Karate scolastico okinawense (quello insegnato, ad esempio, allo Shihan Gakko di Okinawa. Cosa, tra l’altro, già fatta da Gichin Funakoshi), facendolo diventare un’arte “giapponese”, con influssi di principi anche del Kendo (es. la predilezione per la distanza lunga, l’abbassamento del baricentro, ecc), e probabilmente anche delle arti marziali coreane (i calci alti). Iniziò così l’ultimo periodo di vita di Funakoshi, costellato, purtroppo, da varie disgrazie...
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