Kentsu Yabu: il Sergente
E’ stato uno dei più grandi esperti del Tode di Okinawa, conosciutissimo in patria ma grandemente ignorato all’estero; le foto lo ritraggono come un uomo schivo, dalla corporatura robusta, sempre imbronciato; l’aspetto di un vecchio soldato insomma.
Kentsu Yabu (conosciuto da giovane come Kamadu) è nato il 23 settembre 1866 a Yamakawa (Shuri) da Yabu Kenden, un calligrafo di corte, e Morinaga Shun in una famiglia numerosa della media aristocrazia (Peichin): aveva tre fratelli (Kenchu studiò all’Istituto di Medicina e Biologia e morì a 25 anni, Kenkyu era un calligrafo e pittore), tre sorelle e tre sorellastre. La sua classe di nascita gli ha permesso di ricevere una buona istruzione sia sul lato culturale che sul lato marziale: iniziò infatti a studiare il Tode con Sokon Matsumura per proseguire con Anko Itosu. Nato in un periodo tumultuoso sia per l’abolizione del Regno delle Ryukyu(1879)e la successiva “giapponesizzazione” dell’isola con il conseguente discredito degli okinawensi visti come una minoranza culturale nell’Impero sia per il fervente nazionalismo che spingeva il Giappone alla conquista di nuovi territori dell’Asia, sebbene nel 1887 si fosse sposato con Takahara Oto e avesse un figlio piccolo, Kenden, e perciò avrebbe potuto essere esentato dal servizio militare, si presentò come volontario alla visita medica per entrare nell’esercito imperiale nel 1890 per dimostrare che gli okinawensi non erano inferiori ai giapponesi.
Insieme al suo buon amico Chomo Hanashiro e a Kudeken Kenyu, assegnato alla Divisione Kumamoto, stupì i medici militari della commissione medica sottufficiali (scuola militare Kashi Yoseisho) per la sua robusta corporatura dovuta alla pratica del To De attirando l’attenzione dei militari sull’arte marziale (alcuni storici sostengono che si riferiscano a lui le parole di Gichin Funakoshi che racconta in Karate Do Nyumon di un giovane okinawense che stupì i medici militari per gli effetti della sua pratica delle arti marziali). Servì nella prima guerra sino-giapponese (1894-1895) e in quella russo-giapponese (1904-1905) e si raccontano diversi aneddoti riguardo la sua permanenza nell’esercito: dalle voci (si presume esagerate) secondo cui avrebbe vinto più di 60 scontri di arti marziali contro praticanti cinesi, a quando uccise un altro soldato suo subordinato per una disputa: la commissione d’inchiesta che investigò sull’incidente lo assolse dopo che lui dichiarò di averlo colpito con la mano aperta e non con il pugno (vietato dal regolamento militare), e aver dimostrato la fattibilità di quanto asseriva ruppe diverse tavole con un colpo a mano aperta (secondo altre versione disse che se lo avesse colpito di pugno gli avrebbe rotto le costole e per dimostrarlo fece saltare la corteccia di un albero con un pugno appunto). Anche se raggiunse come il suo amico Hanashiro il grado di tenente, venne sempre ricordato come il “sergente” (Gunso) per i suoi metodi militareschi, e fu considerato un eroe dagli abitanti di Okinawa, tanto che la sua divisa e la sua sciabola vennero conservati nel castello di Shuri come reliquie.
Dopo il ritorno a Okinawa, entrò nel Prefectural Teacher’s College, l’istituto per diventare insegnanti a Shuri, e aiutò il suo maestro Itosu a introdurre a inizio 1900 lo studio del karate nelle scuole per il miglioramento fisico e morale dei ragazzi (alla First Middle School insieme al suo amico Hanashiro). Alcuni storici ritengono sia stato lui a introdurre il “militarismo” nella pratica del karate per insegnare a gruppi numerosi di persone nello stesso momento; viene ricordato come un insegnante severo e puntiglioso, estremamente esigente nella pratica (es. riteneva si dovesse praticare il naihanchi almeno 10.000 volte all’anno rifacendosi a un vecchio detto cinese in cui si indicava genericamente una ripetizione elevata, da non prendere alla lettera) ma anche attento alla salute dei suoi allievi (per alcune tecniche che lui eseguiva in nukite, essendo un esperto di colpi a mano aperta, per tutelare l’incolumità degli studenti li esortava a utilizzare il pugno chiuso). Era contrariamente a quanto si potrebbe pensare dalle voci che circolano su di lui, una persona calma e umile, tant’è che si racconta la storia in cui al crepuscolo, nel tragitto da Naha a Yonabaru, all’altezza di Shubokawa ,venne aggredito da cinque malviventi e, dopo aver tentato di aggirarli senza successo, quando venne attaccato ne buttò uno in un cespuglio e un altro contro i suoi compagni, facendoli desistere. Un altro aneddoto che si riporta su Yabu lo vede vincitore in un combattimento contro il grande esperto Choki Motobu: secondo una versione lo scontro sarebbe avvenuto nel palazzo dei Motobu e sarebbe durato circa un 20 minuti, alla cui fine Yabu sarebbe riuscito a prevalere (secondo Richard Kim), secondo altre voci lo scontro sarebbe stato non di karate bensì di tegumi, la lotta di Okinawa, di cui i due erano entrambi appassionati (versione comunemente più accreditata). I due erano e sarebbero rimasti amici (si racconta che spesso frequentavano gli stessi locali) tanto che in età avanzata Motobu studiava con lui i kata e le applicazioni in cui eccelleva, soprattutto naihanchi e gojushiho, ma anche i pinan, passai, kusanku e sanchin. Yabu aveva rapporti anche con il fratello Choyu Motobu (entrambi erano tra l’altro membri del circolo di Maestri Ryukyu Tote Kenkyukai) e si racconta che una volta entrambi andarono a testare l’abilità di Kosaku Matsumora, il grande esperto di Tomari-te il quale, seduto in veranda, li sfidò a sollevarlo e smuoverlo, cosa che non riuscirono a fare. Quando fecero per andarsene, Matsumora li ammonì, dicendo che non ci si dovrebbe mai arrendere così facilmente. Restarono poi entrambi a praticare per un periodo col grande maestro.
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Essendo profondamente tradizionalista, scoppiò un grave dissidio in famiglia quando il primogenito Kenden decise di convertirsi al cristianesimo nonché di diventare vegetariano, sotto l’influsso di un cugino missionario, rifuggendo il militarismo ed emigrando dapprima alle Hawaii e poi in California, dove si sposò con una giapponese nel 1919, e che rimase incinta nel 1921; nel 1921-1922 suo padre gli fece visita per sentire come avrebbe voluto educare il figlio: il figlio pare abbia acconsentito a riportarlo in seguito a Okinawa, ma il nipote si rivelò una femmina e Yabu ripartì amareggiato dopo breve tempo. Tornò nel 1927 sperando di assistere alla nascita di un nipote ma fu nuovamente deluso dalla nascita di un’altra nipotina e andò alle Hawaii (ricca di okinawensi emigrati) dove si fermò per 9 mesi dimostrando e insegnando il karate ai molti conterranei presenti; assistettero anche ufficiali di esercito e marina USA; dopo questa visita non tornò più negli Stati Uniti e suo figlio non tornò più ad Okinawa.
Nel 1918 fu tra i Maestri che si riunirono nel gruppo che sarebbe diventato poi nel 1924 il Ryukyu Tode Kenkyukai, per scambiarsi conoscenze con gli altri tra cui Hanashiro, Miyagi, Mabuni ecc. Fu uno tra i cittadini di Okinawa più onorati sia per la sua competenza nel karate sia per i suoi trascorsi come militare e insegnante (Higa Toki nel 1910 gli regalò una spada donatagli dal leader rivoluzionario cinese Sun Yat Sen); nel 1921 non stupisce quindi il fatto che insieme a Funakoshi e Miyagi gli fu richiesto di programmare una esibizione di karate con i loro scolari in occasione del viaggio del Principe Imperiale nel suo transito verso l’Europa, e nel 1936 fu uno dei partecipanti alla famosa riunione che sancì il passaggio dal termine “mano cinese”a “mano vuota” del karate insieme sempre al suo amico Hanashiro, a Chibana, Gusukuma, Miyagi, Kyan ecc. Purtroppo sempre nel 1936 gli fu diagnosticata una tubercolosi in fase terminale e quell’anno, nel corso di un viaggio a Tokyo insieme all’amico Hanashiro (pare per ricevere cure mediche), esortò il giovane Nagamine a preservare gli antichi kata giacché in Giappone li stavano modificando. Morì dopo un sofferto periodo di malattia il 27 agosto 1937 a Shuri.
Durante la sua carriera istruì molti futuri maestri, tra cui Shigeru Nakamura, Jyuhatsu Kyoda (che preservò nella sua scuola il kata jion imparato da Yabu), il giovane Chojun Miyagi, Kenko Nakaima, Shinkin Gima e molti altri.
Per maggiori informazioni potete leggere:
"Karate Shorin-ryu: L'eredità delle guardie del re di Okinawa" (clicca qui)
"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri" (clicca qui)
"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)
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Articolo a cura di Manuel Vignola