FU VERAMENTE ITOSU CHE CHIUSE LE MANI NELLE TECNICHE DI KARATE?

Articolo a cura di Emanuel Giordano 

Di recente ho riletto l’ennesimo post su facebook relativo al fatto che Itosu sensei abbia “chiuso le mani del Karate”, e di come prima di lui tutti colpissero con le mani aperte. Questa, purtroppo, è una credenza diffusa, che affonda le sue radici nel tempo. Ovviamente la realtà è tutt’altra…
 
Abbiamo diverse fonti storiche che smentiscono questa voce, ed una di queste è proprio la fonte che ha dato origine a questa falsa credenza. A questo punto voi vi starete domandando come sia possibile che una fonte scritta, in grado di smentire questo mito, sia anche la causa della sua origine. Grazie al principio del telefono senza fili! Vi ricordate questo gioco? Le persone si mettono in fila, la prima pensa ad una parola e la dice nell’orecchio alla seconda, che la dice alla terza, che a sua volta la dice alla quarta, ecc, fino ad arrivare all’ultima persona in fila che esclama ad alta voce la parola. A questo punto, spesso e volentieri, la parola esclamata è diversa da quella originale. Perché? Perché in un gruppo di persone c’è sempre quello che capisce male, o quello che manipola la realtà (in questo caso la parola), ed essendo che nessuno dei partecipanti ha accesso alla fonte primaria (la prima persona), si finisce per tramandare un’informazione errata. La stessa cosa è successa con questa fonte scritta che, ad un certo punto, è stata tramandata male da qualche karateka, giungendo fino ai giorni d’oggi. Inizierei la mia presentazione di fonti scritte, quindi, proprio da quest’ultima fonte.
 

Itosu sensei
 
MONTHLY KARATE-DO MAGAZINE, GENNAIO 1957
In questa rivista troviamo un articolo di Kinjo Hiroshi sensei, intitolato “Study of Pinan”. Il maestro era stato allievo di numerosi insegnanti okinawensi, tra cui uno dei più stretti collaboratori di Itosu sensei, Hanashiro Chomo sensei. Hanashiro sensei era, assieme a Yabu sensei, una delle colonne portanti del Karate scolastico, cioè quel tipo di Karate che fu insegnato nelle scuole di Okinawa, in versione semplificata, e che grazie a Funakoshi sensei, altro ingranaggio di questa macchina, giunse nel Giappone “continentale”. Kinjo sensei disse: 
 
Nei suoi ultimi anni, Itosu sensei disse al mio insegnante, Hanashiro Chomo, che era il suo assistente, quanto segue ‘Hanashiro, nel caso di Pinan, penso che ci siano molti casi in cui [gli studenti] si feriscono colpendo, quindi penso che sia meglio cambiare [shuto] con il pugno chiuso.’ Così Hanashiro ci ha insegnato a cambiare lo shuto con il pugno chiuso”.
 
Ora, questo riguardava SOLO gli studenti di Hanashiro sensei, il quale insegnò presso la scuola Okinawa Prefectural Daii ichi Junior High school (fonte: "Okinawa Kobudo", Nakamoto Masahiro), e cioè a dei bambini. Questa particolare versione di Pinan Shodan (Heian nidan per lo Shotokan) non ha i chudan-shuto, che sono stati sostituiti da degli tsuki-uke (tecnica simile, ma realizzata con i pugni chiusi), ed è tutt’ora praticata nella scuola Bugeikan. É facile comprendere come questa semplice frase abbia causato la nascita del mito di Itosu sensei che chiuse le mani del Karate per non far fare male ai bambini. Una mezza verità se vogliamo, visto che fece chiudere le mani ai SOLI bambini, in un SOLO istituto scolastico, ed in un SOLO kata. Difatti basta guardare qualsiasi stile di Karate da lui derivato per accorgersi della presenza di tecniche a mano aperta come gli shuto (jodan, chudan, gedan), i nukite (nelle varie versioni), i kake-uke / saguri-te, ecc, ecc. Ecco quindi un classico esempio di manipolazione (volontaria o involontaria) della realtà, che ha causato l’ennesimo falso luogo comune. 
 

Tsuki-uke
 
Ad ogni modo, tra le varie fonti scritte, ne ho scelta un’altra decisamente autorevole, che vado a presentarvi qui di seguito.
 
ITOSU NO BUYUDEN, 19 MARZO 1915
Alla morte di Itosu sensei, il suo braccio destro, Yabu Kentsu sensei, scrisse una serie di articoli sul quotidiano Ryukyu Shimpo, in memoria del defunto maestro. In uno di questi Yabu sensei descrisse uno “scambio di opinioni” non molto amichevole tra un certo Chinen ed Itosu sensei. Nel descrivere questo Chinen, Yabu sensei descrive una delle differenze nel modo di colpire cinese (nella fattispecie del metodo praticato a Fuzhou, capitale del Fujian) ed okinawense.
 
Una volta viveva a Shuri un esperto di nome Chinen, il quale aveva studiato in Cina. Durante la sua giovinezza si era recato a Fuzhou e aveva studiato profondamente le arti marziali cinesi, e si vantava d’essere uno dei migliori praticanti di arti marziali del mondo. Le arti marziali delle Ryukyu [Okinawa] si basano sui pugni chiusi, mentre in Cina usano difendere e attaccare con le mani aperte, come spade.
 
Come si evince da queste poche righe estratte dall’articolo, l’uso delle mani chiuse era tipico di Okinawa (Regno delle Ryukyu), e non fu un’invenzione di Itosu sensei.
 
Vorrei concludere presentando un’ultima fonte.
 
TAIDAN, 25 SETTEMBRE 1957
Nel settembre del 1957, il quotidiano Okinawa Times pubblicò due articoli in cui Chibana Choshin sensei e Nagamine Shoshin sensei parlavano del Karate. I due erano rispettivamente Presidente e Vicepresidente della federazione Okinawa Karate-do Renmei. Il secondo articolo si apre con le parole di Nagamine sensei, dalle quali ho estratto la seguente frase:
 
 “Il pugno non è incluso nelle tecniche di percussione dell'arte cinese. Invece, loro usano tecniche a mano aperta o mani a becco di uccello. L'arte di colpire che usa i pugni come arma principale è tipica di Okinawa. Il rokkishu [Sei mani = uso delle mani] è mostrato nel Bubishi cinese [Wu Bei Zhi], ma non mostra i pugni.
 
In realtà anche in Cina alcune arti marziali usano il pugno chiuso, sebbene diverso da quello del Karate, tuttavia qui Nagamine sensei ribadisce come il pugno chiuso sia tipico delle arti marziali okinawensi e, di conseguenza, questa non può essere una modifica apportata da Itosu sensei.
 
Le traduzioni complete in italiano, degli articoli Itosu no buyuden e Taidan, sono disponibili nel libro “Karate no buyuden - la storia eroica del Karate" (https://www.amazon.it/dp/B08TYJNYSP), assieme a tanti altri articoli storici inediti, scritti dai grandi maestri di Karate del passato.
 

Bubishi
 
CONCLUSIONE
Penso che quanto esposto sin qui, unito al buon senso che sta nel riconoscere le tecniche a mano aperta che molti karateka tutt’ora praticano, sia sufficiente a sfatare il mito secondo il quale Itosu sensei sostituì le tecniche a mano aperta con quelle a mano chiusa. Sono certo che non basti un mio articolo a sradicare questo falso mito dalla cultura di massa, quindi vi chiedo cortesemente di condividere l’articolo, e di correggere chi, d’ora in poi, dovesse fare l’errore di citare questo luogo comune in vostra presenza.
 
PER MAGGIORI INFORMAZIONI POTETE LEGGERE:
"Karate no buyuden 2 - la storia eroica del Karate, parte seconda" (clicca qui)
 
"Karate no buyuden - la storia eroica del Karate" (clicca qui)
 
"Karate Shorin-ryu: kata parte 2" (clicca qui)

 
"Karate Shorin-ryu: kata" (clicca qui)
 

"Karate Shorin-ryu: L'eredità delle guardie del re di Okinawa" (clicca qui)

"Storie di Okinawa: spiriti, magia e leggende dell'isola giapponese" (clicca qui)

"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri"  (clicca qui)

"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)