IL KARATE É DAVVERO ADATTO A TUTTI? COSA NE PENSAVANO I MAESTRI DEL PASSATO?
27.12.2021 14:45
Articolo a cura di Emanuel Giordano
“Il Karate è una disciplina adatta a tutti e a tutte le età!”: quante volte lo abbiamo sentito dire, e quante volte lo abbiamo ripetuto? Tante. Ma è davvero così? Innanzitutto chiariamo che questa frase è, ovviamente, legata solo al mondo del Karate tradizionale, e non al Karate sport. Il secondo, infatti, è un’attività competitiva dove solo gli atleti migliori hanno un futuro davanti a loro. Terminata la fase agonistica, infatti, gli ex-campioni possono convertirsi in allenatori di Karate sportivo durante corsi o seminari, mentre agli altri non rimane che abbandonare la pratica della disciplina (o entrare nel mondo dell’arbitraggio o della burocrazia federale). Il Karate tradizionale, invece, sebbene abbia come obiettivi principali l’addestramento al combattimento inteso come difesa personale (o di terzi), e la formazione fisica, spirituale e mentale dell’individuo, oggi è praticato anche per altri scopi. Ci sono giovani e anziani, uomini e donne, che praticano Karate per mantenersi in forma con un’attività sana, c’è chi lo pratica per scaricare lo stress quotidiano, chi perché è affascinato da questa disciplina, chi per fare attività motoria in un gruppo di persone, ecc, ecc. Sebbene costoro non eccelleranno probabilmente mai nella pratica, nulla vieta loro di praticare assieme ai karateka più impegnati, convinti e prestanti, né di poter diventare buoni praticanti e di esser soddisfatti di ciò che stanno facendo. Ecco che quindi nel dojo di Karate tradizionale possiamo trovare praticanti di alto livello e praticanti meno abili praticare fianco a fianco, rispettandosi a vicenda. Da questa prima analisi emerge quindi che, sebbene il Karate sia adatto a tutti, solo alcuni possono eccellere nella pratica. Ma è davvero tutto qui? Ovviamente no...
Ogni insegnante sa bene che tra i vari principianti iscritti nel proprio dojo c’è sempre qualcuno che, per un motivo o per un altro, prima o poi abbandonerà la pratica (o cambierà dojo in cerca d’altro). Normalmente non si tratta di persone che hanno difficoltà di movimento o di coordinazione, bensì di persone che hanno limiti ben più difficili da risolvere, problemi che nessun insegnante è in grado di aggiustare. Come in tutto, è la mente che controlla ciò che facciamo. Limiti apparentemente insormontabili, con il giusto atteggiamento e la giusta forza di volontà, possono essere affrontati e superati. Pensiamo per un attimo ai vari atleti disabili che, nelle varie discipline, riescono comunque ad andare avanti migliorando giorno dopo giorno; pensiamo a quelle persone che, nonostante mille difficoltà, riescono ad affrontare la vita quotidiana; pensiamo a chi, nonostante un brutto infortunio o malore, è in grado di portare a termine ciò che sta facendo; ecc, ecc. La stessa forza di volontà e lo stesso atteggiamento mentale possono portare anche i karateka ad eccellere, superando di livello sé stessi, nonché chi era fisicamente meglio predisposto, ma al contempo meno determinato. Tuttavia, la mente può esser anche un grandissimo freno, e non solo un acceleratore. Infatti, se è vero che chi ha una forte determinazione ed un buon atteggiamento mentale può distinguersi dal praticante medio, è vero anche il contrario, e cioè che chi ha un atteggiamento mentale sbagliato tenderà ad aver problemi a praticare il Karate. Problemi che, spesso, portano ad un inevitabile abbandono della pratica. Esistono diversi tipi di atteggiamenti sbagliati, ma a prescindere dall’epoca storica, essi sono grossomodo dovuti sempre agli stessi motivi. Ecco che quindi i problemi riscontrati dai maestri del passato si possono riscontrare anche oggi, e viceversa. Riporto di seguito due estratti da altrettanti articoli. Il primo fu scritto da Kyan Chotoku sensei, mentre il secondo da Uechi Kanei sensei:
“Gli studenti che iniziano [a praticare] il Karate per la prima volta sono motivati da diversi fattori. Alcuni iniziano ad allenarsi per l’autodifesa senza fare alcuna ricerca su cosa sia veramente il Karate; alcuni hanno visto dimostrazioni stimolanti su come proiettare [a terra] e calciare un avversario, e si uniscono [al gruppo di praticanti] per curiosità; alcuni vogliono semplicemente sviluppare un corpo forte, sano e muscoloso [come quello] che vedono negli esponenti del Karate. Alcuni di loro credono che saranno in grado di muoversi liberamente come i Tengu, e che i loro corpi diventeranno sani come l’oro e il ferro dopo aver ascoltato alcune spiegazioni di Karate e [effettuato] un po’ di allenamento. Persone così iniziano ad allenarsi con grande entusiasmo, ma se non vedono risultati dopo un breve periodo di tempo, iniziano a diventare pigri e, a poco a poco, iniziano a smettere, fino a quando finalmente smettono di allenarsi. Altri credono che la rapida acquisizione di abilità derivi da un allenamento eccessivo, ma poi abbandonano rapidamente la scuola a causa di un infortunio o dell’incapacità di tollerare il dolore.”
Kyan Chotoku: Karate no Omoide (1942)
Kyan Chotoku: Karate no Omoide (1942)
“Insegno nel miglior modo che posso, ma i giovani di oggi non hanno quello che serve. Ci sono molti che praticano per un po’, ma poi abbandonano a metà strada. Se pensi davvero di voler imparare il Karate, devi prima amare davvero il Karate. Lavoro in fattoria durante il giorno e insegno di notte dalle 20 alle 23. Mi alzo presto ogni mattina, e non dormo mai abbastanza, ma non penso mai a smettere. Questo è quanto amo il Karate, quindi non lo considero come un sacrificio.”
Uechi Kanei: Lo scopo è formare esseri umani. Un karate-do di cui le persone possano esser fiere (1960)
Uechi Kanei: Lo scopo è formare esseri umani. Un karate-do di cui le persone possano esser fiere (1960)
Entrambi gli articoli originali sono disponibili in versione integrale e in lingua italiana nel libro: Karate no buyuden 2 - la storia eroica del Karate, parte seconda (https://www.amazon.it/dp/B09NRZFS93)
In conclusione è quindi palese che sebbene il Karate sia davvero adatto a tutti, allo stesso tempo non tutti sono adatti a praticare Karate, quasi sempre a causa di un atteggiamento mentale errato.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI POTETE LEGGERE:
"Karate no buyuden 2 - la storia eroica del Karate, parte seconda" (clicca qui)
"Karate no buyuden - la storia eroica del Karate" (clicca qui)
"Karate Shorin-ryu: L'eredità delle guardie del re di Okinawa" (clicca qui)
"Storie di Okinawa: spiriti, magia e leggende dell'isola giapponese" (clicca qui)
"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri" (clicca qui)
"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)