IL PASSAI DI KOTATSU IHA SENSEI

Articolo a cura di Emanuel Giordano 

In un articolo recentemente pubblicato, è stato analizzato il kata Matsumora no Passai tramandato da Yara Choi sensei (1915 – 2014). Yara sensei, nativo di Okinawa, visse ed insegnò Karate nella città di Osaka, nel Giappone “continentale”. In accordo con quanto riportato dall’autore del suddetto articolo, secondo la tradizione orale, Yara sensei apprese il kata da Kuba Chojin sensei, il quale a sua volta lo avrebbe appreso da Iha Kotatsu sensei, il quale lo apprese da Matsumora Kosaku sensei.
 
Purtroppo, come talvolta capita, non c’è nessuna fonte scritta che confermi che questo kata fosse praticato dai suddetti maestri, tuttavia, incrociando alcuni dati, è possibile affermare che è plausibile che questo kata sia stato tramandato da Iha Kotatsu sensei. 
 
IL CONFRONTO
Dopo aver letto l’articolo, infatti, ho esaminato tecnica per tecnica la sequenza fotografica del kata Matsumora no Passai, presente nel libro pubblicato dalla Nihon Karate-do Rengokai (Japan Karate-do Federation) nel 1982, e l’ho confrontato con un altro Passai che è attribuibile a Iha sensei, quello della  scuola okinawense Gohakukai (剛泊会). Per chi non conoscesse la scuola in questione, la Gohakukai fu fondata da Tokashiki Iken sensei, il quale studiò “Tomari-te” con Nakasone Seiyu sensei (a sua volta allievo di Iha Kotatsu sensei), e Goju-ryu con Fukuchi Seiko sensei. Gohakukai è infatti un acronimo per Goju-ryu Tomari-te Karate-do Kyokai (剛 Go sta per Goju-ryu, 泊 Haku è una pronuncia alternativa di Tomari). Concentrandoci sulla parte Tomari-te di questa scuola, essa ha evidentemente subito l’influenza del Goju-ryu, tant’è che l’uso del corpo, e la comparsa di alcune tecniche a mano aperta, hanno talvolta modificato i kata. Ne è un esempio il kata Naihanchi, che viene praticato a mani aperte in seguito ad una modifica eseguita da Nakasone sensei, come dichiarato da Tokashiki sensei in un vecchio documentario
 
Tornando al kata Passai, dal confronto è emersa un’enorme somiglianza, sebbene siano presenti alcune differenze minori, probabilmente attribuibili a modifiche eseguite nel tempo all’interno delle due differenti scuole (cosa molto comune in passato e, seppur in maniera minore, tutt’ora praticata). Sebbene queste versioni del kata Passai siano a loro volta simili all’Oyadomari no Passai, esse sono caratterizzate da alcune peculiarità che le distinguono da esso. Ad esempio la tecnica con cui si avanza per tre volte prima di calciare, o l’assenza di uke-waza nella sequenza di tsuki effettuati in naname-zenkutsudachi.
 
 
CONCLUSIONE
É mia opinione che sia plausibile (ma, ovviamente, non certo) pensare che, queste due versioni del kata, siano due interpretazioni differenti del Passai tramandato da Iha Kotatsu sensei, in quanto entrambe derivanti dai suoi insegnamenti, e poiché non risultano esserci stati contatti tra le due scuole. Se qualcuno dovesse avere informazioni differenti in merito a quest’ultimo punto, può contattarmi. 
 
Le immagini sono tratte dal suddetto libro e da un video della scuola Gohakukai.
 
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