KORYU MOTOBU PASSAI: ANALISI E CONFRONTO

Articolo a cura di Emanuel Giordano 

Negli scorsi giorni è stato pubblicato l’articolo “Kāmi nu Kū Dance and Koryū Motobu Passai” da Motobu Naoki. In questo articolo si è preso in esame un kata molto raro e, probabilmente, antico, preservato grazie ad una danza tipica del distretto  Nakaoshi del villaggio Nakijin. Riassumendo quanto espresso nel suddetto articolo, il kata deriverebbe dai fratelli Nakazato, che studiarono Karate (Toudi) durante il loro servizio come guardiani presso la famiglia Motobu, a Shuri. Questo tipo di servizio fu abolito nel 1879, assieme all’abolizione del Regno delle Ryukyu, quindi se ne può dedurre che i fratelli Nakazato studiarono Karate (e presumibilmente questo kata) prima di questa data, e che non possano aver studiato con Choyu e Choki Motobu, i quali erano troppo giovani all’epoca dei fatti. 
 
Prima di passare all’analisi tecnica, è necessario aggiungere due cose a questa premessa:
 
1- questo non è l’unico kata Passai preservato grazie alle feste di villaggio. Ad Okinawa le esibizioni di Karate, Kobudo e Mura-bo (combattimento con il bastone tipico dei villaggi okinawensi, trasformato in “danza”) sono molto comuni durante questi festival, e talvolta preservano alcune chicche. Nel villaggio Nishihara (Shuri) è preservato il Nishihara no Passai, e nel villaggio Shimabuku è tramandato lo Shimabuku no Passai. Sebbene a volte vengano eseguiti a tempo di musica, questi due kata non sono stati trasformati in danza vera e propria, come è invece accaduto al kata in esame.
 
2- la storia di questo kata è l’ennesimo elemento a sostegno della tesi che portiamo avanti da diversi anni. Il kata Passai non è originario di Tomari, ma di Shuri.
 
ANALISI TECNICA
Sebbene già Motobu Naoki abbia provveduto ad una prima analisi di questo kata, credo che quattro occhi siano meglio di due, perciò vorrei riportare qui di seguito le mie osservazioni. Tuttavia, onde evitare di ripetere le stesse cose già dette, mi soffermerò più sulle parti più peculiari, e sorvolerò su quelle già esaminate nell’articolo “Characteristics of Koryū Motobu Passai (1)”, e cioè il movimento d’apertura semicircolare, il namigaeshi e il saguri-te. Per essere più chiaro possibile, allego al presente articolo alcune foto comparative ed un video (https://youtu.be/Dtfz0sYl6V8).
 
-Una prima cosa da notare sta nella sequenza di tecniche eseguite dopo il primo tai-sabaki di 180°. Normalmente questa parte del kata prevede due chudan-uke (Itosu no Passai), o un chudan-uke e un contrattacco jodan con il braccio non disteso (eseguiti a mani chiuse nel Matsumura/Tawada no Passai, e a mano aperta nell’Oyadomari no Passai, nel Motobu no Passai ed in altre versioni). Qui invece vengono eseguiti un chudan-uke destro e due chudan-tsuki (pugni diretti). Esiste un altro Passai in cui si esegue una sequenza simile: il Kyuna no Passai attualmente preservato dalla scuola Shubukan Shorin-ryu. Anche qui, però, ci sono alcune differenze: nel Kyuna no Passai la difesa è un tate-shuto, inoltre la sequenza è eseguita a destra ed a sinistra (rispetto alla posizione di partenza dell’esecutore del kata), mentre nel “Koryu Motobu no Passai” essa viene solamente eseguita nella direzione opposta a quella di partenza. Ad ogni modo, la somiglianza è evidente.
 
Come accennato sopra questa sequenza è eseguita solo una volta, mentre nella maggior parte dei kata Passai essa viene ripetuta in due, tre o quattro direzioni diverse. Questa può essere una caratteristica del kata, o una mera scelta artistica per migliorare la danza.
 
-Dopo questa sequenza, tuttavia, c’è una tecnica tipica dei Passai derivanti dalla famiglia Motobu. Difatti l’esecutore torna a rivolgersi frontalmente, e colpisce con il braccio destro disteso sopra il sinistro (vedi foto). Questa tecnica è presente anche nel moderno Motobu Udun no Passai (sebbene eseguita in kosa-dachi) e nel Passai dell’Okinawa Kenpo di Nakamura Shigeru. Quest’ultimo Passai, in accordo con quanto dichiarato dalla stessa scuola, deriverebbe dagli insegnamenti di Motobu Choyu sensei, sebbene io creda che questo sia vero solo in parte, inquanto in questo kata mancano alcune parti. 
 
 
Questa tecnica non è presente in nessun’altra versione del kata Passai, sebbene ci sia un’eccezione. Il Tachimura no Passai eseguito nella scuola Gensei-ryu ha la stessa tecnica (sebbene alcuni karateka la accennino appena, esaminando un’esecuzione lenta è possibile notarla), cosa che però non ha l’omonimo kata tramandato dalla scuola Bugeikan. Normalmente le differenze tra le due versioni del Tachimura no Passai vengono liquidate asserendo che quello del Gensei-ryu è stato modificato in Giappone “continentale”, mentre quello okinawense della Bugeikan è più simile all’originale. Normalmente sarei d’accordo con questo pensiero, tuttavia non nego che questo particolare sia degno di nota, e che crei delle perplessità. 
 
Tornando alla tecnica in oggetto, essa è preceduta da un movimento semicircolare basso, che sembra una contrazione della tecnica presente in quasi tutti i kata Passai. Mi riferisco alla tecnica che “serve” ad agganciare e sollevare la gamba dell’avversario (vedi foto due). Questo potrebbe suggerire che sia stata “tagliata” una parte del kata, unendo poi due movimenti in origine separati.
 
 
-Al termine della sequenza di seguri-te, che in altre versioni del Passai sono sostituiti da degli shuto (gedan o chudan), o da dei gedan-barai, c’è il calcio. In questo kata il calcio è frontale e non laterale, ed è seguito da un morote-tsuki orizzontale. Guardando la terza foto allegata, è possibile notare come la sequenza sia identica a quella del già citato Kyuna no Passai. Difatti, sebbene anche in altri Passai si esegua il calcio frontale e non laterale (Matsumora no Passai, Itosu Passai Sho tramandato da Gusukuma, Hanashiro e Mabuni, Kyuna no Passai, Nishihara no Passai, Soken Passai Sho e Dai), in nessuno di essi il praticante esegue anche il morote-tsuki prima di voltarsi di 180°.
 
 
-Solitamente, dopo il calcio, ci si volta e si eseguono o dei chudan-shuto, o dei saguri-te, seguiti da un doppio jodan-uke, da un doppio colpo a martello, e da uno tsuki destro. Tuttavia nel video i praticanti si voltano di 180° e, invece, eseguono una doppia tecnica a mano aperta (vedi quarta foto) e tre chudan-tsuki destri.
 
 
-Il resto del kata sembra rispettare la sequenza canonica, seppur con minori differenze. Degni di nota i tre morote-tsuki orizzontali, presenti anche in altri Passai (Ishimine no Passai, Itosu no Passai Sho nelle versioni di Miyahira, Gusukuma, Hanashiro, Funakoshi e Mabuni, Matsumura/Tawada no Passai, Oyadomari no Passai, Matsumora no Passai, Asato no Passai (Shubukan), Shimabuku no Passai, Soken Passai Sho), sebbene qui eseguiti in tre direzioni differenti.
 
CONCLUSIONI
Pare evidente che ci siano delle differenze tra questo kata e l’attuale Motobu Udun no Passai, tuttavia vi sono anche diversi punti in comune. Ammettendo che la storia di questa forma sia vera e corretta, ciò vorrebbe dire che i due kata sono il frutto di modifiche avvenute ad una forma originaria comune ad entrambi. É difficile, tuttavia, capire quale delle due sia più vicina all’originale, esattamente come è difficile capire se queste differenze sono dovute ad una maggior vicinanza alla vecchia versione da parte di una delle due forme, o da un’influenza esterna di altre versioni del kata Passai. Difatti non sono da sottovalutare le parti comuni tra il “Koryu Motobu Passai” ed il Kyuna no Passai. Ciò non toglie che si tratti comunque di una “scoperta” che arricchisce la nostra conoscenza del kata Passai.
 
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