L’EVOLUZIONE DI PINAN/HEIAN SANDAN NEL GIAPPONE CONTINENTALE

Articolo a cura di Emanuel Giordano e Matteo Muratori

A fine 2021 sono stato contattato da Matteo Muratori, il quale si era imbattuto in alcune particolari modifiche del kata Heian sandan, presentate da Funakoshi sensei nel suo libro del 1935: Karate-dō Kyōhan. Partendo da quelle modifiche abbiamo iniziato a fare una ricerca più estesa, i cui risultati sono pubblicati in questo articolo.
 
INTRODUZIONE
Come abbiamo già avuto modo di vedere, i kata sono cambiati nel corso del tempo. Le modifiche furono talvolta eseguite per adattare un kata alla propria pratica, altre volte per inserire o modificarne le applicazioni, o ancora per semplificare la forma da tramandare negli istituti scolastici. Le varie evoluzioni avvennero sia ad Okinawa che, in tempi più recenti, nel Giappone “continentale”. Tuttavia, è plausibile pensare che le modifiche apportate ai kata procedessero per tentativi, i quali, talvolta, potevano portare ad un ritorno alla forma “originale”, in quanto il maestro di turno valutava di scartare le modifiche introdotte. Altre volte, invece, è possibile che le modifiche furono rifiutate da determinati gruppi di allievi, e portate avanti da altri, come quando venne introdotto da Funakoshi Gigō sensei il kokutsu-dachi con il tallone sollevato (noto come ukiashi-dachi o nekoashi-dachi ad Okinawa), probabilmente appreso durante uno dei suoi viaggi ad Okinawa, e che fu poi tramandato nello Shōtōkai, ma non nello Shōtōkan. 
 
Il kata preso in esame dalla nostra ricerca è proprio uno di questi tentativi di modifica che, per un motivo o per l’altro, non prese mai piede. I testi che abbiamo esaminato sono, in primis, quelli scritti da Funaksohi sensei nel 1922, nel 1925 e nel 1935, cioè: Ryūkyū Kenpō Tōde, Rentan Goshin Tōde-jutsu e Karate-dō Kyōhan. Sono stati inoltre presi in esame i seguenti libri: Zukai setsumei Karate-dō Nyūmon Hyakuman nin no goshin-jutsu (日本空手研究会 / Nippon Karate Kenkyūkai, 1957) e Zukai Karate-dō Kyohon (Nakahiko Maeba, Shimabukuro Seiei, Gotou Masafumi, 1957). Anticipiamo subito che tra il libro del 1922 e quello del 1925, per quel che concerne questo kata, non ci sono differenze. Prendendo quindi come riferimento il kata Pinan sandan presentato da Funakoshi sensei nel 1925, le tecniche sulle quali si sono trovate le modifiche sono: 
 
1- Il morote-uke che precede il nuki-te
2- La rotazione di 360° che precede il tettsui
3- La sequenza dei tre shiko-dachi.
 
IL MOROTE-UKE
Dopo aver eseguito la sequenza iniziale di tecniche, a sinistra e identicamente a destra, il kata prevede di girarsi di 90 gradi (in senso antiorario) lungo la linea centrale (assumendo una posizione col peso arretrato) e di eseguire una tecnica di ricezione col braccio sinistro:
 
- nella versione Shorin-ryū il piede destro viene fatto arretrare e la tecnica di ricezione è un soto-uke (uchi-uke secondo la terminologia Shōtōkan/Shōtōkai)
 
- nelle versioni  Shōtōkan/Shōtōkai il piede destro rimane fermo, e il piede sinistro avanza; la tecnica di ricezione è un morote-uke
 
Effettivamente nei libri del 1922 e 1925 il maestro Funakoshi non usa una terminologia specifica per la tecnica di ricezione, ma dice di riferirsi alla figura relativa. In questo caso non vi sono dubbi, si tratta di un morote-uke.
 
Ma qui giunge una sorpresa inaspettata: solo ed esclusivamente nel libro del 1935, Funakoshi dice di eseguire uno shutō-uke! E non è un errore di distrazione, tant’è che descrive la tecnica usando proprio i termini 左手刀受け / hidari shutō-uke; per togliere ogni dubbio, Funakoshi specifica che si tratta esattamente della tecnica mostrata (sempre nello stesso libro) al punto 19 della spiegazione di Heian Shodan: esattamente uno  shutō-uke.
 
Il fatto interessante è che anche nel libro del 1957 della Nihon Karate Kenkyūkai è chiaramente specificato di eseguire uno shutō-uke sinistro.
 
Che fine ha fatto questo shutō-uke scomparso? E’ stato forse abbandonato perché la sequenza shutō-uke nukite era già presente nel kata Heian Nidan? Oppure si riteneva questa tecnica a mano aperta troppo pericolosa e si è preferito inserire la sua controparte a mano chiusa?
 
 
LA ROTAZIONE
Per ciò che riguarda questa parte del kata, bisogna innanzitutto sottolineare la differenza tra l’Heian sandan Shōtōkan attuale, e il Pinan sandan Shorin-ryū. Mentre il secondo è rimasto ancora oggi praticamente inalterato, il primo ha subito delle modifiche, fino a giungere all’attuale versione. Nella versione Shorin-ryū, dopo il nuki-te, ci si gira di 180° in zenkutsu-dachi sinistro, allungando indietro e in basso la mano destra aperta (come per colpire i testicoli di un avversario che ci ha afferrati, vedi la corrispondente applicazione del Bubishi), portando la mano sinistra chiusa sul fianco sinistro. Dopodiché, si ruota nuovamente di 180° spostando il piede sinistro, ed eseguendo una tecnica (tettsui o tsuki, a seconda della scuola) con il pugno sinistro, usando la posizione ukiashi-dachi. Nella versione Shotokan attuale, invece, si esegue una sola rotazione di 360°, avanzando in kiba-dachi sinistro e colpendo direttamente con il tettsui sinistro, precedentemente caricato sotto l’ascella destra. 
 
Purtroppo la spiegazione data da Funakoshi sensei nei libri del 1922 e del 1925 è molto sintetica, e priva di illustrazioni della suddetta parte del kata. Il testo è identico in entrambi i libri, e descrive una rotazione sulla schiena e verso sinistra (perciò in senso antiorario), nonché una non meglio precisata tecnica eseguita allungando la mano sinistra (molto probabilmente il suddetto tettsui) e portando la mano destra sul fianco. Il passaggio successivo è quello relativo allo tsuki destro, quindi l’intera rotazione, comprensiva della tecnica di pugno sinistra, è descritta in toto al punto 9. Riporto di seguito il testo originale: 同一線上で左後かへ廻はり左足を一歩進めると同時に左手を打伸ばし右手を右脇腹に引く。 Sebbene la traduzione suggerisca una forte similitudine con la modalità di esecuzione della versione Shōtōkan attuale, non è da escludersi totalmente la modalità di esecuzione Shorin-ryū, per via del fatto che in questo libro le spiegazioni sono molto stringate, e perché, come stiamo per vedere, nel 1935 la tecnica è diversa da quella Shotokan attuale.
 
Nel libro del 1935, infatti, Funakoshi sensei non solo descrive una rotazione di 180° in zenkutsu-dachi come nello Shorin-ryū, con conseguente rotazione di 180° ed esecuzione di un tettsui sinistro, ma allega anche una fotografia che non lascia dubbi. Sempre al punto 9 egli descrive sia la modalità di esecuzione di questa parte del kata, sia la possibile applicazione come tecnica di liberazione da una presa al polso, con conseguente contrattacco con il pugno a martello sinistro (tettsui). Sebbene questa maniera di eseguire la suddetta tecnica sia molto simile a quella Shorin-ryū, essa presenta comunque alcune differenze:
 
1- La prima differenza è data dalla presenza della mano sinistra sotto l’ascella destra (come si evince dalla foto) durante la prima rotazione di 180°, la quale è assente nella versione Shorin-ryū. Questa differenza può esser facilmente spiegata dall’assenza dell’osae-uke durante il nuki-te nella versione Shorin-ryū. 
2- La mano destra, sempre durante la suddetta rotazione, è più in alto rispetto alla stessa tecnica dello Shorin-ryū. Anche questa differenza è molto semplice da spiegare. Trattasi di una differenza nell’applicazione del kata. Nello Shorin-ryū quella mano serve a colpire i genitali dell’avversario, mentre l’applicazione descritta da Funakoshi riguarda una tecnica di liberazione da una presa al polso destro.
3- Durante il tettsui sinistro si usano rispettivamente le posizioni ukiashi-dachi nello Shorin-ryū, e kiba-dachi nella versione di Funakoshi sensei. Da sottolineare il fatto che all’epoca, con il termine kiba-dachi non si indicava l’omonima posizione Shōtōkan, bensì una posizione simile ma con i piedi rivolti all’esterno, denominata in altri stili shiko-dachi.
 
Confrontando la tecnica del 1935 con quella in uso nello Shōtōkan attuale, e tenendo conto che tutt’ora tale tecnica viene spiegata come una liberazione da una presa al polso, esattamente come fece Funakoshi sensei nel 1935, appare subito evidente che mentre la tecnica del 1935 ha un senso, quella attuale non ne ha, per lo meno riguardo a questa applicazione. Difatti, la tecnica del 1935, grazie alle due rotazioni di 180°, crea lo spazio (tra il praticante e l’avversario) necessario all’esecuzione di un tettsui sul fianco o diretto alla testa, mentre la singola rotazione di 360°, essendo eseguita avanzando, riduce lo spazio tra i due avversari, rendendo totalmente inutile la tecnica di tettsui, in quanto la distanza troppo ravvicinata non sarebbe sufficiente nemmeno per una gomitata.
 
 
I TRE SHIKO-DACHI 
La triplice sequenza che prevede di avanzare mantenendo il corpo laterale non mostra grandi differenze nelle versioni Shorin-ryū e quelle descritte da Funakoshi nei libri del 1922 e 1925. Funakoshi non cita la posizione da assumere, ma la foto che propone mostra chiaramente uno shiko-dachi. Inoltre l’avanzamento prevede un semplice scivolamento, nessuna alzata di gamba.
 
Nel libro del 1935 cambiano diversi aspetti, a partire dalla posizione che viene specificatamente indicata come 騎馬立/ kiba-dachi, pur rimanendo di fatto uno shiko-dachi (come si evince dagli altri kata descritti nel libro e dal capitolo sulle posizioni). In secondo luogo l’avanzamento prevede di alzare il ginocchio e di eseguire un 踏込 / fumi-komi (da cui si evince chiaramente l’azione di calpestare).
 
Una prima considerazione va fatta sulla posizione delle gambe. La dicitura di kiba-dachi viene usata anche per descrivere l’ultimo movimento del kata, che è coadiuvato  da una foto. Questa foto mostra però chiaramente un Funakoshi in shiko-dachi, seppur eseguito con un’angolazione ridotta rispetto a quello mostrato in altri kata. Se ne deduce perciò che nell’idea di Funakoshi, a dispetto del formalismo adamantino richiesto dalle attuali scuole Shōtōkan/Shōtōkai, non è così essenziale la cura millimetrica dell’angolo formato dai piedi, purché si mantengano inalterate le caratteristiche peculiari di questa posizione (corretta tensione nelle gambe e radicamento).
 
La seconda considerazione, tutta in casa Shōtōkai, è che il mikazuki-geri (al posto di una semplice alzata di ginocchio come descritto da Funakoshi e come tale eseguita all’interno dello Shōtōkan/JKA) che precede il fumi-komi è una introduzione molto moderna, probabilmente ad opera del terzogenito del maestro, ossia Yoshitaka. Purtroppo questa variazione è stata accompagnata da una spiegazione piuttosto insensata (fermare un fendente), storpiando se possibile ancora di più il significato del movimento originale. Sarebbe bastato leggere il testo del maestro del 1935, in cui Funakoshi suggerisce che il movimento di alzata del ginocchio è un colpo alla coscia, e che il successivo movimento di gomito è un colpo diretto al punto 水月 / suigetsu (CV14, il plesso solare).
 
I LIBRI DEL 1957
In questi libri sia il testo, sia i disegni allegati, sono relativi alla versione di Funakoshi sensei del 1935. Vengono quindi confermati lo shuto-uke sinistro al posto del morote-uke, la doppia rotazione di 180° anziché quella singola di 360°, e il fatto di avanzare nella sequenza dei tre shiko-dachi sollevando il piede come per schiacciare la coscia dell’avversario.
 
TANGSOO-DO
Nel libro Tangosoo-do Kyobon, scritto dal coreano Kee Hwang nel 1958, si possono vedere le fotografie relative alle suddette parti del kata (Kee Hwang studiò anche Karate Shōtōkan). Nelle foto Kee Hwang esegue nella prima sequenza presa in esame il morote-uke; nella seconda esegue una rotazione ibrida tra quella di Funakoshi sensei del 1935 e quella Shōtōkan attuale (il movimento dei piedi è come nella versione moderna, mentre il movimento delle mani è come quello del 1935); e nella terza non solo solleva la gamba come nel libro del 1935, ma esegue un calcio simile al mikazuki-geri, quasi come nello Shōtōkan attuale. 
 
CONCLUSIONI
Purtroppo non sappiamo cosa spinse Funakoshi sensei a modificare il kata, ma è chiaro che i suoi principali allievi, i membri dello Shōtōkan e dello Shōtōkai, oggi non tramandano più le prime due modifiche presentate nel libro del 1935. I libri del 1957 dimostrano che quella versione del kata sopravvisse, per un certo periodo, in alcuni ambienti, mentre il libro del 1958 ci fa capire che quando Kee Hwang ebbe modo di studiare l’Heian sandan Shōtōkan, esso era già molto più simile alla versione odierna.
 
PER MAGGIORI INFORMAZIONI POTETE LEGGERE:
"Karate no buyuden 2 - la storia eroica del Karate, parte seconda" (clicca qui)
 
"Karate no buyuden - la storia eroica del Karate" (clicca qui)
 
"Karate Shorin-ryu: kata parte 2" (clicca qui)

 
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"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri"  (clicca qui)

"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)