OI-ZUKI, IL GRANDE INCOMPRESO

Articolo a cura di Emanuel Giordano  (Yoi magazine, 11/03/24)

La tecnica oi-zuki, il pugno diretto portato avanzando di un passo, è spesso etichettata come irrealistica o inutile. Difatti, se la pensiamo come un attacco in una situazione di combattimento, le possibilità di successo sono davvero basse, inquanto la distanza dall'avversario ed il tempo di esecuzione ci espongono a reazioni rapide da parte di quest'ultimo (ad es. un mae-geri d'incontro diretto alla parte inferiore del tronco), o a difese efficaci. Tuttavia non si tratta di una tecnica inutile, bensì semplicemente di una tecnica spesso incompresa, ed utilizzata male. Anche un cacciavite può sembrarci inutile se cerchiamo di piantare un chiodo, ma se utilizzato nella maniera corretta, esso è indubbiamente un ottimo strumento! 
 
Le ragioni di questa incomprensione, a mio avviso, sono da ricercarsi nel fatto che in molti stili i kihon hanno preso il sopravvento sui kata, i quali sono stati slegati quasi completamente dal kumite. Ovviamente se si parla di jiyu kumite le tecniche dei kata risultano poco pratiche, inquanto il loro utilizzo è legato ad un altro tipo di kumite, quello da difesa personale, motivo per il quale molte combinazioni d'attacco di jiyu kumite (nei suddetti stili) si studiano con i kihon. Ed è proprio nei kihon che spesso troviamo l'oi-zuki - ma anche ren-zuki e sanbon-zuki - utilizzato come tecnica di attacco partendo da una situazione statica... Ma se un oi-zuki non è una tecnica di attacco, che cos' è? 
 
Le interpretazioni più creative spaziano indubbiamente da spinte a proiezioni, ma la NATURA di questa tecnica è da ricercarsi nella base del Karate: i kata. Nei kata l'oi-zuki è una tecnica molto presente, e sempre eseguita dopo una difesa. Questo indica una cosa fondamentale: l'oi-zuki è un contrattacco utilizzato per incalzare ed inseguire un avversario che, dopo averci attaccato, indietreggia. In alcuni kata, addirittura, dopo aver difeso si avanza con tre oi-zuki di seguito (es. vari Kihon kata, Pinan nidan / Haian shodan, ecc), proprio per sottolineare questo "inseguimento". Addirittura un kata come Gojushiho, ricco di tecniche a mano aperta, ad un certo punto prevede un oi-zuki dopo una difesa! Ecco che ora anche l'oi-zuki prende senso, ecco che improvvisamente una tecnica ritenuta inutile diventa pratica ed utilizzabile in diversi tipi di kumite. 
 
E riguardo ai bunkai ed alle applicazioni? In questo caso la critica che spesso viene mossa è relativa all'attacco, che in molti casi è un oi-zuki. Premettendo che in realtà, in uno studio fatto allo stato dell'arte, non esiste il solo pugno diretto (choku-zuki) come attacco, e quando questo è necessario, l'uso dell' oi-zuki è puramente didattico. Difatti, in una corretta progressione dello studio di una data applicazione contro un pugno diretto, si dovrebbe iniziare ad eseguire la tecnica di difesa partendo proprio dall'oi-zuki, passando successivamente a tecniche adatte ad una distanza più corta e realistica, come il tan-zuki, il kizami-zuki o il gyaku-zuki. Chiaramente questo dipende dal livello di padronanza tecnica del karateka.
 
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