SHORIN E SHOREI
04.10.2021 15:10
Articolo a cura di Emanuel Giordano
Spesso quando sentiamo parlare di Shorin-ryu e Shorei-ryu vien da pensare subito alla suddivisione dei kata effettuata da Funakoshi (Shorin-ryu 昭林流 e Shorei-ryu 昭霊流 nel 1921; Shorin-ryu 少林流 e Shorei-ryu 昭霊流 nel 1925) e, essendo che la maggior parte dei karateka non ha una conoscenza delle varie opere pubblicate da altri autori, si crea confusione. Taluni “risolvono” la questione affermando che i due termini siano invenzione di Funakoshi, ma in realtà c’è ben altro. In questo articolo non citerò i soliti autori ben noti al pubblico, né le opere più famose, al fine di non ripetere inutilmente ciò che è già noto ai più.
La prima fonte scritta a riportare i due termini è Itosu Anko, nel suo ben noto “Tode jukun” (1908), dove il maestro si limita a scrivere che in passato i due stili (scritti Shorin-ryu 昭林流 e Shorei-ryu 昭霊流) furono introdotti dalla Cina, e che entrambi hanno i propri punti di forza e peculiarità. Ma anche questa è una fonte abbastanza nota.
L’autore che spiegò meglio la faccenda, addentrandosi anche nei particolari, è senza dubbio Yabu Kentsu, nel suo “Itosu no buyuden” (1915), dove troviamo anche un intero capitolo dedicato ai due stili. Di seguito alcuni estratti:
15/03/1915: “Il Tode è composto da due grandi correnti, cioè Shorei e Shorin. Il primo proviene da un uomo di corporatura robusta, e ha la caratteristica di basarsi sulle peculiarità del fisico di quest'ultimo. Lo Shorin si basa sulle caratteristiche del corpo snello del suo fondatore, ed è quindi adatto a persone di corporatura simile. Il primo è destinato a uomini corpulenti e poco agili, mentre chi vorrà schivare i colpi e incalzare rapidamente l'avversario sceglierà il secondo. [...] Chi si sente a suo agio con lo Shorei-ryu dovrebbe praticarlo, esattamente come chi trova lo Shorin-ryu adatto alla propria pratica dovrebbe praticare quest’ultimo. Se dovessimo citare come esempio degli esperti del nostro tempo, il defunto maestro Itosu Anko incarnerebbe lo Shorei-ryu, mentre Asato Anko rappresenterebbe lo Shorin-ryu. [...] La ragione per la quale si dice che il Tode del maestro Itosu fosse 60% Naha-te e 40% Shuri-te è che il Naha-te equivale allo Shorei-ryu.”
17/03/1915: “Nel Kenpo esistono i termini Tai (体) e Yo (用). Tai [corpo] viene utilizzato principalmente per indicare il rafforzamento del corpo e il modo di allenarlo in maniera tale che non venga danneggiato nemmeno da un potente avversario. In altre parole, lo Shorei-ryu ha le caratteristiche del Tai. […] Coloro che sostengono il principio opposto sono i sostenitori di Yo [uso], che il venerabile Asato e altri sostengono principalmente. […] Bisogna sempre schivare il pugno del nemico ed incalzarlo rapidamente per fargli perdere la sua capacità offensiva. Questo è il principio su cui si basa lo Shorin-ryu. […] Tuttavia, queste due caratteristiche fanno parte di entrambi gli stili, e non bisognerebbe mai trascurarne una in favore dell’altra.”
Come accennato, Yabu spiega bene le caratteristiche dei due stili, ed indentifica lo Shorei-ryu con il Naha-te. Quest’ultimo termine indica, in linea di massima, le arti marziali praticate nei pressi di Naha, dove l’influenza dell’aristocrazia accademica del villaggio di Kume era molto forte. Sebbene ai tempi di Yabu non fosse più così marcata la differenza degli stili su base geografica (in relazione all’isola di Okinawa), egli cita Shuri-te e Naha-te come due arti distinte (siamo nel 1915, quindi ben prima della nota distinzione fatta successivamente, cioè quella in Shuri-te, Tomari-te e Naha-te).
Anche Nagamine Shoshin parlò di questo argomento, in particolare nella seconda parte dell’articolo intitolato “Taidan” (1957), dove il suddetto Nagamine e Chibana Choshin parlarono del Karate di Okinawa. Riporto un estratto dell’articolo del 25/09/1957:
“Si dice che il Karate sia stato tramandato da Tode Sakugawa o Tode Sakiyama, ma il "Ti" tipico di Okinawa era già lì prima di loro. Il Karate aveva due scuole, Shorin-ryu principalmente [legata alla] classe samurai di Shuri e Tomari, e lo Shorei-ryu delle quattro città di Naha.”
In queste poche righe estratte dal sopracitato articolo, Nagamine conferma la distinzione tra i due stili, nonché la correlazione già fatta da Yabu.
Chibana Choshin trattò l’origine degli stili di Karate okinawense nell’articolo “Watashi no Karate” (1966). Riporto un estratto anche di questo testo:
“Per quanto riguarda il Naha-te, saranno passati circa 80 o 90 anni da quando Higaonna si recò in Cina, e i kata che ha creato in seguito sono diventati i kata della corrente Shorei, prima di esser trasformati da Miyagi Chojun, il suo migliore allievo, [fondatore] dello stile Goju-ryu. A Tomari alcune persone avevano ricevuto degli insegnamenti dagli esperti di Shuri e Naha, e ciò che fu codificato prese il nome di Tomari-te. In oltre, i kata dell’Uechi-ryu provengono dalla Cina, dove il padre di Uechi Kanei [Uechi Kanbun] aveva vissuto e dove li aveva appresi. Oggi sono insegnati, per l’appunto, in questa scuola.”
In questo articolo vediamo come Chibana identifichi i kata Shorei con quelli creati da Higaonna e con il suo Naha-te. L’articolo fu scritto da un Chibana molto anziano (morirà tre anni dopo) il quale, sebbene abbia reso bene l’idea Shorei=Naha-te, semplificò la questione indicando quest’ultimo con il solo Karate di Higaonna, forse anche per via del fatto che questo fosse lo stile di Naha-te di maggior successo .
Infine, anche io trattai l’argomento nel secondo volume dell’ Enciclopedia del Karate Shorin-ryu: “Karate Shorin-ryu: kata parte 1” (2018), dove è presente una spiegazione dettagliata. Vorrei inoltre ricordare che tutti gli articoli sopra citati, insieme a molti altri, sono disponibili integralmente in italiano nel libro “Karate no buyuden – la storia eroica del Karate” (2020).
CHE FINE HANNO FATTO QUESTI DUE TERMINI AD OKINAWA?
Per quanto riguarda lo Shorin-ryu la risposta è semplice, poiché tale stile ha continuato ad esistere mantenendo lo stesso nome che aveva in origine, sebbene cambiando i kanji. Non a caso oggi abbiamo gli stili 小林流 (Kobayashi-ryu/Shorin-ryu), 松林流 (Matsubayashi-ryu/Shorin-ryu) e 少林流 (Shobayashi-ryu/Shorin-ryu). Per quel che concerne lo Shorei-ryu, invece, le varie scuole e stili hanno cambiato nome, ma nonostante ciò esso non è andato perduto. Esistono infatti alcune associazioni okinawensi che lo hanno mantenuto, come l’OKINAWA SHOREI MARTIAL ARTS ASSOCIATION (沖縄昭霊武術協会), fondata da Uehara Ko, e portata avanti oggi dai suoi allievi.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI POTETE LEGGERE:
"Karate no buyuden - la storia eroica del Karate" (clicca qui)
"Karate Shorin-ryu: L'eredità delle guardie del re di Okinawa" (clicca qui)
"Storie di Okinawa: spiriti, magia e leggende dell'isola giapponese" (clicca qui)
"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri" (clicca qui)
"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)