STUDIO SULLA DIFUSIONE DI GOJUSHIHO NELLE VARIE SCUOLE

Articolo a cura di Emanuel Giordano e Manuel Vignola

PREMESSA
Gojushiho (54 passi) è considerato da molte scuole il kata più avanzato dello Shorin-ryu anche se, data la sua origine prettamente cinese, sarebbe più propriamente da definire come kata di Naha-te/Shorei, in quanto importato dalla Cina verosimilmente nel corso del 1800. La tradizione attribuisce a Sokon Matsumura l’introduzione di questa forma a Okinawa. Il noto maestro lo avrebbe studiato in Cina durante uno dei suoi viaggi nel corso del 1800, presumibilmente con l’addetto militare Iwah. Esistono già alcuni articoli su questo argomento, tra cui quello di Olaf Steinbrecher, ma alla luce dei nuovi dettagli scoperti grazie alle ricerche condotte negli ultimi anni, abbiamo deciso di scrivere un nuovo articolo. Si ringrazia inoltre Matteo Muratori (https://my2centskarate.com/) per aver permesso la consultazione della sua copia personale di Kenpo Gaisetsu.
 
ALCUNE FONTI SCRITTE
Vi sono numerose fonti scritte su questo kata, a cominciare da un articolo del 25 gennaio 1911 del giornale Ryukyu Shimpo, in cui viene descritta un’esibizione di arti marziali (Shihan-ko no Tode Taikai 師範校の唐手大会), durante la quale il kata fu eseguito da Kentsu Yabu, un allievo di Matsumura e Itosu, nonché insegnante presso lo Shihan Gakko (istituto magistrale). Yabu eseguì lo stesso kata, la sua specialità, anche nell’esibizione riportata nell’articolo del 21 marzo 1918 del Ryukyu Shimpo (Tode no tatsujin-tachi 唐手の達人達 ). Il kata viene inoltre citato in alcuni dei primi libri di Karate, precisamente da Gichin Funakoshi in Ryukyu Kempo Tode (1922) e in Rentan Goshin Tode Jutsu (1925. Si tratta di una versione aggiornata del primo testo), e da Choki Motobu in Watashi no Tode Jutsu (1932), tuttavia nessuno dei due Maestri lo inserisce nel proprio curriculum ufficiale. Questa forma viene citata tra i kata studiati presso il dojo Shotokan nel libro Karate Nyumon (1943), con il nome giapponese di “Hotaku” (fenice o, secondo alcune fonti, picchio), anche se questo nuovo nome non prenderà piede, e il kata tornerà ad essere chiamato col suo vecchio nome. Invece, il primo libro dove il kata viene mostrato anche da alcune illustrazioni è Kenpo Gaisetsu (拳法概説), scritto da Mizuho Mutsu (Mizuho Takada) e Jisaburo Miki. Esistono inoltre almeno tre fonti scritte che confermano il fatto che questo kata fosse insegnato da Sokon Matsumura. Nella fattispecie troviamo questa informazione negli articoli:
 
  • Itosu no buyuden (Ryukyu Shimpo, 19 marzo 1915): in questo articolo Kentsu Yabu scrive: “Se dovessimo riportare dei nomi di specialisti di tecniche marziali, per ciò che concerne le arti marziali direttamente derivanti dalla Cina, il nome di Matsumura con il suo Gojushiho sarebbe su tutte le labbra […]” (la traduzione integrale di questo e altri articoli è disponibile nel libro “ Karate no buyuden – la storia eroica del Karate ”).
  •  Autobiografia di Chogi Yoshimura (1941): in questo testo il nobile afferma di avere imparato questo kata (nonché di aver praticato anche il kata Kusanku) direttamente da Matsumura. 
  • Karate no Omoide (Ryukyu Shimpo, 7 maggio 1942): qui Chotoku Kyan dichiara di aver imparato il kata direttamente da Matsumura. 
 
LE VERSIONI
Analizziamo ora brevemente, per quanto possibile, le varie versioni di questo kata, tenendo bene a mente che i maestri di Karate hanno spesso modificato, anche più volte nel tempo, i propri kata, per moltissime ragioni (es. per adattarli al contesto in cui dovevano trasmetterli, o per modificarli in base alle conoscenze marziali nel frattempo acquisite). Per questo motivo, ogni insegnante può aver trasmesso più versioni.
 
  • ITOSU: sebbene si parli spesso del Gojushiho di Itosu, talvolta per indicare una versione, talvolta un’altra, non vi sono fonti che provino che Itosu sensei abbia insegnato questo kata. Le poche modifiche a lui attribuite (prima tecnica in ukiashi-dachi e non in ginocchio, tsuki-uke al posto dei kakiwake-uke, eliminazione del passo dell’ubriaco ed inserimento del passo del granchio) potrebbero essere state ideate da lui o dai suoi allievi, per facilitare l’insegnamento di questo kata presso lo Shihan Gakko di Shuri. Sebbene Mabuni inserisca questo kata tra le forme del lignaggio di Itosu (Kobo Jizai Goshin Kenpo Karate do Nyumon, 1938), ciò non significa che lo abbia appreso direttamente da lui. É inoltre vero che nello stesso libro Mabuni scrive che esistono differenze tra l’Itosu-ha Gojushiho e il il Matsumura-ha Gojushiho (五十四歩なども糸洲派と松村派によって多少の相違があります。), ma questo non significa necessariamente che si riferisca ad un Gojushiho di Itosu, quanto piuttosto ad un Gojushiho di un altro maestro appartenente al lignaggio di Itosu. A sostegno di ciò, come sottolineato più volte anche da altri autori, Mabuni inserisce come kata appartenenti al lignaggio di Higaonna alcune forme (Saifa, Tensho) non trasmesse da quest’ultimo, ma introdotte da un suo allievo: Chojun Miyagi. Non è quindi escluso che Itosu lo insegnò a qualche suo allievo, o che partecipò anche solamente nelle opere di modifica del kata, ma (al momento) non esistono fonti che possano provare una delle due opzioni.  

    Tuttavia Patrick Nakata affermò nel 2010, durante un’intervista condotta da  John Oberle, di aver imparato da Chibana sensei l’Itosu Gojushiho. Nella stessa intervista egli dice che Chibana gli spiegò le differenze tra l’Itosu Gojushiho e il Matsumura Gojushiho, e che tutti gli altri suoi allievi (es. K. Miyahira, Y. Higa, S. Nakazato, C. Nakama, ecc) avevano appreso, da altri insegnanti, varie interpretazioni del Matsumura Gojushiho. Abbiamo provato a rintracciare questa versione, oggi praticata dagli allievi di Nakata sensei, ma al momento nessuno si è reso disponibile a mostrarla o a parlarne.
  • KYAN: come già detto precedentemente, Chotoku Kyan (1870-1945) è uno dei pochi ad affermare chiaramente di avere imparato il kata da Sokon Mastumura in persona. Tenendo a mente che Kyan, come gli altri maestri, modificò i kata per adattarli alle sue linee interpretative, non possiamo dire con certezza che la sua versione sia identica a quella di Matsumura. Il kata è stato trasmesso ad alcuni suoi studenti diretti (Shorinji-ryu di Joen Nakazato, Seibukan di Zenryo Shimabukuro, ecc), ed è caratterizzato dall’esecuzione della prima tecnica in una posizione inginocchiata, dai cosiddetti “passi dell’ubriaco”, e da altre peculiarità che lo distinguono dagli altri.
  • YABU: Kentsu Yabu (1866-1937) era rinomato per la sua esecuzione di questo kata, che ha dimostrato più volte nel corso del tempo durante varie esibizioni. Analizzando le varie versioni collegate a Yabu, possiamo individuare chiaramente due versioni che chiameremo “corta” e “normale”, insegnate a persone diverse in tempi diversi. 
    Versione corta: è la versione che si trova anche nel libro Kenpo Gaisetsu, dove è chiamata “Yabu sensei no Gojushiho”. É una versione accorciata del kata classico (è molto più corta di quella di Kyan), caratterizzata da diversi elementi tra cui l’esecuzione della prima tecnica in una posizione inginocchiata. Nello stesso libro si trova anche un’altra versione (normale) nota solo come “Gojushiho”, la quale è molto simile alle versioni più comunemente tramandate di questo kata. Questa seconda versione potrebbe esser stata mostrata a Mutsu sempre da Yabu, o forse da Chojo Oshiro. 
    Versione normale:  la “versione normale” la possiamo trovare nella scuola Shudokan di Kanken Toyama, studente sia di Itosu che di Yabu presso lo Shihan Gakko, il quale emigrò nel Giappone continentale. La sua versione, denominata “Koryu Gojushiho”, è caratterizza per la partenza in piedi e un doppio passo iniziale. Molto simile è anche la versione che Anbun Tokuda (il quale studiò negli stessi anni di Toyama presso lo stesso istituto, e che successivamente prese il posto di Yabu) trasmise a Katsuya Miyahira (Shidokan Shorin-ryu), e probabilmente a Yoshihide Shinzato (Shinshukan Shorin-ryu). Questa versione è caratterizzata dalla presenza degli tsuki-uke al posto dei kakiwake-uke, e dalla prima tecnica eseguita avanzando col piede sinistro. Quest’ultima variante potrebbe derivare dall’eliminazione del doppio passo, conservato invece dalla versione di Toyama. Purtroppo non sono state trovate fonti scritte che attribuiscano a Yabu, in maniera certa, questa “versione normale”, tuttavia Toyama e Tokuda studiarono allo Shihan Gakko sotto la guida di Yabu sensei dal 1906 al 1911, cosa che rende molto probabile il fatto che questa versione fu trasmessa da lui. Inoltre Hisateru Miyagi, il quale studiò nello stesso istituto scolastico dal 1911 al 1916, specifica nel suo libro Karate-do (1953) che era Yabu sensei ad occuparsi principalmente dell’insegnamento, mentre Itosu sensei aveva il ruolo di insegnante anziano. La versione, inoltre, differisce per ordine di esecuzione delle tecniche (ma non per numero delle stesse) dalla versione di Hanashiro sensei. Per queste ragioni spesso si attribuisce a Yabu anche questa “versione normale”, ma come accennato sopra, manca una fonte scritta a conferma.
     
    Un’altra versione collegata a Yabu (la quale corrisponde in parte alla descrizione presente in Kenpo Gaisetsu) della quale purtroppo non c’è un filmato completo, appare in un video, eseguita da alcuni allievi di Motoku Yabiku, uno studente di Kentsu Yabu emigrato in Brasile. Yabiku studiò presso lo Shihan Gakko dal 1905 al 1910, mentre Toyama e Tokuda dal 1906 (anno in cui Itosu iniziò a introdurre il Karate presso questa scuola) al 1911.
     
    La versione di Shoshin Nagamine è molto probabilmente un derivato della versione corta del kata di Yabu (corrisponde per enbusen e numero di tecniche), sebbene non sia chiaro come essa sia giunta a questo maestro.

    Infine, un Gojushiho (Hotaku) e un Yabu no Gojushiho vengono citati nel libro Karate-do Nyumon (1955), di Kojiro Ichikawa (Nippon Karate Kenkyukai / Nippon Karate-do Shotokai): "五十四歩(又は名鳳啄)・・・・・・別に屋部先生の屋部五十四歩があります。"
  • HANASHIRO: la versione di Chomo Hanashiro (1869-1945), grande amico di Yabu e insegnante di Karate presso la Okinawa Prefectural Daii ichi Junior High school, è caratterizzata anch’essa dall’esecuzione della prima tecnica in posizione inginocchiata, nonché da altri elementi che la distinguono dalle altre. Questa peculiare versione venne trasmessa da Hanashiro a Chozo Nakama (1899-1982), allievo di Choshin Chibana. Nakama stesso la trasmise ai suoi allievi (Ankichi Nakamura, Takao Nakaya, Masahiro Nakamoto e Seitoku Higa) ed è estremamente simile al Gojushiho eseguito da Hohan Soken (1889-1982), grande amico dello stesso Nakama e fondatore della scuola Mastumura Seito Shorin-ryu. Il kata, sebbene eseguito senza la prima tecnica in posizione inginocchiata (ma mantenedo quella presente nella seconda metà del kata), sostituita dal doppio passo iniziale, è presente anche nella scuola Shubukan Shorin-ryu, eseguita da Yasuhiro Uema. Alcuni dei suddetti allievi di Nakama trasmisero il kata con il calcio a gamba tesa (chiamato nel Motobu-ryu “bo-geri”), altri con un classico mae-geri. Stessa cosa per il cosiddetto “passo dell’ubriaco”, presente nella maggior parte delle varianti, ma non in tutte.  
  • GUSUKUMA: Shinpan Gusukuma (1890-1954) trasmise due versioni.
    Versione corta: quasi identica a quella vista in Kenpo Gaisetsu ed attribuita a Yabu, sebbene con l’esecuzione della prima tecnica in ukiashi-dachi e non in posizione inginocchiata. Questa versione fu trasmessa nella scuola Shubukan Shorin-ryu di Joki Uema (1920-2011) con alcune personalizzazioni da parte di quest’ultimo, nonché nella scuola Ryubukan di Seitoku Ishikawa (1925-2013), entrambi allievi di Gusukuma.  
    Versione normale: un altro allievo di Gusukuma, Seiichi Iju, tramandò invece una versione più lunga. Questa versione è simile, e corrisponde per enbusen ed altri particolari tipici, a quella trasmessa da Chozo Nakama, ed è oggi praticata nella scuola Shorinkan Shorin-ryu con il nome di Iju Gojushiho.
  • MOTOBU: Tadahiko Otsuka, intervistando Yuchoku Higa (1910-1994), seppe che il Gojushiho trasmesso nella scuola Kyudokan Shorin-ryu proveniva da Choyu Motobu (1865-1928), fratello maggiore del più noto Choki Motobu. Il kata non fu insegnato direttamente da Choyu Motobu, ma da un suo allievo di nome Kinjo ( fonte qui). Analizzando la forma, possiamo notare l’esecuzione della prima tecnica in posizione inginocchiata. Nel complesso il kata appare molto simile a quello di Chozo Nakama. 
  • MABUNI: Kenwa Mabuni (1889-1952) fu principalmente allievo di Anko Itosu e Kanryo Higaonna, ma studiò e frequentò anche Yabu, Hanashiro e molti altri, nonché raccolse una grande mole di kata dalle fonti più disparate.  La sua versione di Gojushiho, di cui non sappiamo l’esatta provenienza (vedi la parte relativa alla versione ITOSU), risulta molto simile a quella di Kanken Toyama (compreso il caratteristico doppio passo iniziale), ma con alcune particolarità di altre versioni. Potrebbe quindi trattarsi di un’interpretazione personale basata su più versioni.
  • SHOTOKAN: Gichin Funakoshi (1868-1957) non inserì questo kata nel proprio curriculum, tuttavia Masatoshi Nakayama (1913-1987) e Hirokazu Kanazawa (1931-2019), allievi presso il dojo Shotokan, dissero che i due Gojushiho dello Shotokan provenivano rispettivamente da Kanken Toyama (Gojushiho dai) e Kenwa Mabuni (Gojushiho sho). Troviamo queste informazioni nell’intervista a Nakayama, e nel libro The complete kata di Kanazawa. Funakoshi frequentava molto spesso Mabuni ed i suoi connazionali in Giappone negli anni ‘30, e spesso inviava i propri allievi ad imparare nuovi kata. Per un breve periodo Funakoshi cambiò il nome di Gojushiho in Hotaku (鳳啄) tuttavia il vecchio nome venne riadottato dopo poco tempo. 
 
PER MAGGIORI INFORMAZIONI POTETE LEGGERE:
"Karate no buyuden - la storia eroica del Karate" (clicca qui)
 
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"Karate Shorin-ryu: kata" (clicca qui)
 

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"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)