SULL’AGE-ZUKI, LO SHIRO KUMA E LO SCAMBIO DEI KATA PINAN SHODAN E NIDAN
02.05.2024 16:06
Articolo a cura di Emanuel Giordano
In un articolo pubblicato sul Ryukyu Shimpo il 15 luglio 1999, nel quale venne trascritta un’intervista fatta a Miyahira Katsuya sensei (maestro del mio maestro), ed in particolare nel paragrafo intitolato “Tecniche segrete dello Shorin-ryu”, fu citata una tecnica tutt’ora praticata nella nostra scuola, lo Shidokan Shorin-ryu, e cioè l’age-zuki. Nonostante il nome sia lo stesso utilizzato nello stile Shotokan per descrivere un movimento tipico del kata Enpi, come vedremo, si tratta di una tecnica differente e poco conosciuta. La cattiva comprensione di questa tecnica fu una delle cause - secondo Miyahira sensei - che portò all’inversione dei kata Pinan shodan e Pinan nidan in alcuni stili di Karate giapponese, nei quali oggi sono noti come Heian nidan (ex Pinan shodan) e Heian shodan (ex Pinan nidan). Esamineremo inoltre il kihon kata Shiro kuma del Motobu-ryu, dove questa tecnica è altresì presente, sebbene in maniera poco evidente.
L’AGE-ZUKI DELLO SHORIN-RYU E QUELLO DELLO SHOTOKAN
Nel kata Enpi dello stile Shotokan, noto come Wanshu o Wansu in altri stili, è presente un movimento peculiare noto come age-zuki. A differenza del choku-zuki, l’age-zuki non è un colpo dritto e diretto (linea retta tra punto A e punto B), bensì va eseguito come una “parabola” verso l’alto. Proprio a causa della sua natura, esso è una tsuki-waza anomala, poiché a dispetto del suo nome (tsuki = affondo), il suo movimento “crescente” lo rende più simile ad una percossa indirizzata sotto il mento dell’avversario, o atta ad intercettare e sollevare lo jodan-zuki sferrato da quest’ultimo. Non è un caso che tra i bunkai del kata Enpi figuri proprio quest’ultima descrizione, e cioè un age-zuki usato per difendersi da un avversario che ci attacca con un jodan-zuki. Tuttavia questo suo movimento, sebbene la renda una tecnica semplice da eseguire, non gli permette di essere impiegata come difesa e contrattacco contemporanei. Quando utilizzata come difesa, è difatti necessario un secondo movimento per poter colpire l’avversario con la stessa mano impiegata a difendere, o per lo meno un cambio di traiettoria prima di terminare il movimento, cosa che porta ad un inevitabile perdita di forza d’impatto/penetrazione. Un’altra possibile soluzione è quella di usarla in contemporanea ad una tecnica di difesa eseguita con l’altra mano (vedi disegno), così da poterla impiegare come mera percossa.
Ben più fedele al nome tsuki è, invece, l’age-zuki dello Shidokan Shorin-ryu. Noto anche come age-te, o con il nome okinawense agi-chichi (fonte Maeshiro Morinobu sensei), questa tecnica rispetta il movimento tipico delle tsuki-waza, essendo infatti un affondo. Tecnica presente nel kata Pinan nidan, essa sembra in tutto e per tutto un normale jodan-zuki, sennonché, all’atto pratico, essa è una tecnica di difesa e contrattacco contemporanei. Come insegnatomi dal mio maestro Maeshiro Morinobu sensei, essa va allenata già nel kihon kata ni, creato da Chibana sensei e tipico della nostra scuola, ed utilizzata per intercettare con un movimento diretto il braccio dell’avversario e, senza cambiare traiettoria, affondare verso il viso di quest’ultimo. In poche parole, è una tecnica impiegata per deviare lo jodan-zuki dell’avversario e colpirlo al volto allo stesso tempo. Rispetto all’age-zuki dello stile Shotokan, è una tecnica più difficile da padroneggiare, ma anche più efficace. Prima di poterla usare in maniera corretta, è richiesto molto lavoro con un compagno di allenamento, per imparare bene l’uso della distanza, del tempismo e della traiettoria.
La tecnica fu descritta nella stessa maniera da Miyahira sensei nell’intervista citata all’inizio di questo articolo, e compare anche tra gli esercizi di kumite di Motobu Choki sensei (vedi foto). Essendo che Miyahira sensei studiò anche con Motobu sensei, sia nel dojo okinawense di quest’ultimo, sia quando questi veniva come ospite nel dojo di Chibana sensei, con il quale era imparentato, in passato è stato ipotizzato che questa tecnica fosse tipica di Motobu Choki, ma probabilmente le origini sono da ricercarsi altrove, come vedremo a breve.
SHIRO KUMA E PINAN NIDAN
Come già detto, la tecnica è presente sia nel kata Pinan nidan dello Shorin-ryu, sia nel kata Shiro kuma del Motobu-ryu. In entrambi i kata, tuttavia, essa è “nascosta” all’interno di tecniche più semplici, sebbene risulti più evidente e funzionale nel kata Pinan nidan che nel kata Shiro kuma. Prima di proseguire, però, vorrei spiegare cos’è il kata Shiro kuma. Negli anni si è scritto di tutto su di questo kata, creando un alone di mistero che avrebbe potuto esser facilmente eliminato se chi sapeva la verità avesse parlato pubblicamente, o se avesse mostrato il kata. Purtroppo alcune scuole di Karate tendono ancora oggi a nascondere le informazioni, custodendole come segreti, anziché aprirsi al confronto storico e tecnico con gli altri. Quando le informazioni vengono poi portate alla luce del sole, spesso si scopre che non erano per nulla dei segreti peculiari della scuola, ma bensì tecniche presenti anche in altri lignaggi, se non, addirittura, tecniche presenti nel video di qualche youtuber… Con ciò non voglio dire che non esistano “segreti” nel Karate, ma solo che molte delle cose che vengono spacciate per tali, in realtà, non lo sono. Tornando allo Shiro kuma, questo kata fu insegnato, e probabilmente creato, da Motobu Choki sensei, per introdurre il Karate presso la Toyo university. Qui fu appreso e tramandato da Genjuro Takano. Il kata è presente in un testo pubblicato da un istruttore del Motobu-ryu. Trattasi di un kata estremamente semplice, simile ad un taikyoku kata / kihon kata, o ad un Pinan nidan (Heian shodan) estremamente semplificato. Questa è la traduzione dell’introduzione presente nel suddetto libro:
“Il kata Shiro Kuma: è il kata originale insegnato a Takano Genjuro da Choki [Motobu], e consiste in movimenti di Karate di base come chudan-zuki, jodan-zuki e jodan-uke. Il gedan-uke viene eseguito in modo da poter inserire un foglio di carta tra il pugno e il ginocchio, e il soto-uke viene [eseguito] passando sul pugno della mano anteriore. È comune al 4° movimento di Udun-di [Motobu Udun-di] kassen-te. Inoltre, il jodan-uke non è uke, ma un age-zuki.”
Come è facile comprendere dal testo e dalle foto presenti nel libro, nel kata sono presenti tre age-uke (anche noti come jodan-uke), la cui applicazione è, però, l’age-zuki di cui abbiamo parlato.
Per quanto riguarda il Pinan nidan dello Shorin-ryu (lignaggio di Chibana sensei), in esso sono presenti vari jodan-zuki, la cui vera applicazione è l’age-zuki. Di conseguenza, a differenza dello Shiro kuma, il movimento che si realizza durante l’esecuzione del kata è uguale a quello che si fa durante l’applicazione.
LA MANCATA COMPRENSIONE E LO SCAMBIO
Secondo Miyahira sensei:
“La forma è stata ideata da Itosu Anko sensei, ma durante il processo di trasmissione sulla terraferma [Giappone “continentale”] lo shodan ed il nidan [Pinan shodan e Pinan nidan] furono scambiati […] Il kata [Pinan] nidan è stato interpretato erroneamente come più facile del kata [Pinan] shodan. L’originale Pinan nidan è un kata per poter praticare l’age-zuki […] una tecnica avanzata che non può essere padroneggiata senza un allenamento ripetuto attraverso il kumite vero e proprio. In altre parole, Pinan nidan è stato ideato [per fare] in modo che anche una persona da sola potesse praticare tecniche così avanzate. Pinan nidan viene ora interpretato come jodan-zuki invece di age-zuki, e ha perso completamente il suo significato.”
Da queste parole appare chiaro che venuto meno il vero significato del kata, esso deve esser sembrato troppo semplice per poter esser praticato come “secondo kata”, cosa che ha portato al suo declassamento a “primo kata”, e cioè a “kata per principianti e bambini”, cioè l’Heian shodan dello stile Shotokan.
Sempre secondo quanto espresso da Miyahira sensei, appare altresì evidente che l’origine di questa tecnica è da ricercarsi nel maestro che ha di fatto creato tale kata, e cioè Itosu Anko sensei. Il fatto che questa tecnica fosse anche praticata da Motobu Choki sensei ha senso, inquanto questi (e suo fratello maggiore, Motobu Choyu) studiò per molti anni con il famoso maestro.
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