COME ARRIVÒ IL PASSAI SHO (BASSAI SHO) IN GIAPPONE

Articolo a cura di Emanuel Giordano 

Il kata Passai sho, il cui nome completo è Itosu no Passai sho, è uno dei due kata Passai tramandati dal Itosu sensei. Rispetto al kata Passai dai è una forma più corta, ma è comunque molto importante per alcuni aspetti:
 
  • il kata Passai dai, nella prima parte, è alterato per fini didattici. Mancano infatti le tecniche tipiche di difesa e attacco, sostituite da delle uke-waza eseguite con ambo le braccia e con le mani chiuse. Il Passai sho, invece, ha delle tecniche di difesa e contrattacco a mani aperte. Sebbene tali tecniche vengano spesso spiegate come difese da attuare contro un attacco di bo (bastone lungo), questa è solo una delle applicazioni. Tali tecniche, infatti, sono molto utili nel combattimento a mani nude, e contengono attacchi ai chibu nigakiree (kyusho).
  • rispetto al kata Passai dai, i morotetsuki (doppi pugni) non sono verticali, bensì orizzontali. Questa tecnica, infatti, in alcune versioni del kata Passai richiede l’esecuzione verticale dei due tsuki, mentre in altre essi vengono eseguiti orizzontalmente. 
L’esecuzione di questi due kata (dai e sho) ha quindi come vantaggio l’apprendimento sia didattico (uso del corpo), sia marziale (tecniche di combattimento reale) previsto da Itosu sensei; inoltre permette di allenare sia le applicazioni legate ai morote-tsuki verticali, sia quelle relative ai morote-tsuki orizzontali.
 
Il kata Passai sho era ed è tutt’ora praticato ad Okinawa, sebbene sia spesso noto con altri nomi. Difatti esso fa parte dei kata delle scuole Shidokan Shorin-ryu (Koryu Passai. Abbreviazione di Koryu Itosu no Passai sho), Shubukan Shorin-ryu (Gusukuma no Passai. Probabilmente appreso da Shinpan Gusukuma sensei), Bugaikan (Hanashiro no Passai sho. Giunto tramite un allievo di Hanashiro sensei), Seibukan Shorin-ryu (Passai gwa. In uchinaaguchi sia “sho” che “koryu” si pronunciano “gwa”, e il kata è giunto tramite Chozo Nakama sensei, allievo di Chibana sensei). Ovviamente non bisogna confondersi con i kata che trasmise Chibana sensei dopo la sua “riforma”. Il maestro introdusse infatti il Matsumura no Passai (Tawada no Passai), ribattezzandolo Passai dai, e rinominò l’Itosu no Passai dai in Passai sho. 
 
Come giunse però in Giappone “continentale” ed in Corea? In Giappone tale kata è noto sia come Bassai sho che come Passai sho, a seconda della scuola, mentre in Corea è noto con il nome Bal Sek sho. Il kata non faceva parte dei 15 kata originali di Funakoshi sensei, ma venne poi incorporato ufficialmente nel Karate JKA (Shotokan), e in maniera non ufficiale nel Karate JKS (Shotokai). Fu inoltre introdotto presso il club di Karate dell’università di Tokyo (Tokyo Teikoku University Karate Kenkyu-kai), probabilmente da Mizuho Mutsu, autore di Kenpo Gaisetsu (1930) e Toudi Kenpo (1933), libri dove questo kata compare illustrato. Sebbene non compaia nei libri di Toyama sensei, il kata fu insegnato a molti suoi allievi, sia giapponesi che coreani (fonte: ricerche di C. Bellina). Infine, il kata era parte del programma ufficiale dell Shito-ryu di Mabuni sensei, cosa che spesso ha fatto pensare erroneamente a quest’ultimo come la fonte primaria di questo kata. Molte sono, infatti, le peculiarità che rendono diversa questa versione, la quale è invece molto vicina alla versione praticata in Bugeikan. Quindi, escludendo lo Shito-ryu, le versioni giunte negli altri stili non hanno una provenienza nota. Cerchiamo quindi di capire da dove arrivò questo kata.
 
SHOTOKAN, SHOTOKAI E SHUDOKAN
Da dove derivano le versioni Shotokai e Shotokan, e perché sono differenti? Yoshitaka Funakoshi è la fonte più accreditata per entrambe le scuole, inquanto importò in entrambi i gruppi diversi kata, nonché tecniche e posizioni, provenienti da diverse fonti. Questo è confermato dall’intervista rilasciata da Nakayama sensei a Hassel R. : 
[…] Quindi i kata che chiamiamo Kanku Sho e Bassai Sho sono semplicemente variazioni ben note dei kata originali, Kanku e Bassai. Il modo in cui cominciarono ad esser praticati tra gli studenti del Maestro Funakoshi non è una questione dal significato profondo. È una questione di natura umana... Alcuni degli studenti più anziani, primo fra tutti il figlio del Maestro Funakoshi, Yoshitaka, di tanto in tanto praticavano alcune di queste versioni che avevano imparato altrove... Ah, gli studenti più giovani ne erano affascinati. Imitavamo i nostri [compagni più] anziani, e chiedevamo loro di insegnarci queste forme diverse”. Yoshitaka sensei era inoltre molto legato ai maestri Shotokai Egami sensei e Ironishi sensei.
 
Le differenze tra le due versioni non sono grandi, e possono esser spiegate come modifiche apportate all’interno dei due gruppi. Nella fattispecie, la versione Shotokan avrebbe eliminato l’ogami-te (tecnica con le mani a preghiera, presente anche nel Motobu Udundi), e sostituito i due shuto-uke finali con le tecniche attuali; mentre la versione Shotokai esegue l’ogami-te ruotato di 90° rispetto alla versione di Mutsu, nonché ha i due shuto-uke finali invertiti. Come riferimento ho preso la versione Shotokan praticata nei video di Kanazawa sensei, e la versione Shotokai antecedente alle modifiche recenti, le quali hanno eliminato l’ogami-te.
 
Toudi Kenpo (1933)
 
Ma Yoshitaka (Gigo) Funakoshi dove apprese questo kata? Esistono 5 possibili risposte a questo quesito, e sono tutte legate ad un semplice fatto: l’ogami-te è presente solo in alcune versioni di questo kata, mentre nelle altre o non è presente (es. Shito-ryu e Bugeikan), o è rimpiazzato da tecniche con applicazioni simili (es. Shidokan Shorin-ryu). 
 
  1. Mizuho Mutsu. Il kata, come già detto, compare nei due testi di Mutsu. Mutsu apprese questo kata ad Okinawa insieme a Jisaburo Miki. Sebbene non citi la fonte, egli riporta in Kenpo Gaisetsu i nomi dei maestri che incontrò, cioè: Chojo Oshiro, Chotoku Kyan, Moden Yabiku, Chojun Miyagi e Kentsu Yabu. Di questi, tre appartenevano al lignaggio di Itosu, ed erano anche insegnanti presso lo Shihan Gakko: Oshiro, Yabiku e Yabu (fonti: "Okinawa Karate Timeline and 100 Masters", T. Hokama; "Okinawa Kobudo", M. Nakamoto). Gichin Funakoshi fu presidente del club dell’università di Tokyo fino al 1930, poi diede le dimissioni in seguito all’introduzione del bogu kumite da parte di Mutsu e altri allievi anziani. Nonostante ciò, Otskua e altri frequentarono il club per ancora qualche anno, e Yoshitaka Funakoshi potrebbe aver fatto la stessa cosa, inquanto lavorava come tecnico radiologo presso la stessa università.
  2. Chojo Oshiro. Yoshitaka si recò spesso ad Okinawa tra il 1929 e il 1935, dove frequentò diversi karateka, tra cui Chojo Oshiro sensei. I kata di bo presenti nello Shotokai furono infatti importati da Yoshitaka dallo stile Yamanni-ryu. Avendo quindi già visto che Mutsu potrebbe aver appreso il kata da Oshiro sensei (oltre che da Yabiku e Yabu), è plausibile pensare che anche Yoshitaka possa aver appreso il kata da questo maestro. 
  3. É altresì possibile, sebbene meno probabile, che lo abbia appreso da un altro insegnante durante uno dei suoi viaggi ad Okinawa.
  4. Toyama. Come già detto sopra, sebbene non ci sia prova scritta che Toyama sensei portò con sé questo kata da Okinawa, è emerso dalle ricerche sopra menzionate che il maestro insegnò questo kata a diversi allievi, tra cui Yoon Byung-In sensei e Tsuchiya sensei. Inoltre, anche altri due allievi di Toyama sensei tramandarono questo kata, Takazawa sensei e Ichikawa sensei. Tramite alcune ricerche da me condotte, sono riuscito a risalire a diversi video relativi alle scuole fondate dai suddetti maestri. In ogni video è presente il caratteristico ogami-te, e il resto del kata è quasi identico a quello di Mutsu sensei. Sia la versione coreana, che quella derivante da Takazawa sensei, terminano con il caratteristico shuto-uke eseguito nelle due direzioni, mentre le versioni di Tsuchiya sensei e quella di Ichikawa sensei terminano come l’Itosu no Passai dai, cioè con due kake-uke / saguri-te. Questo particolare le avvicina quindi alla versione Shotokan. Ovviamente non è da escludersi una reciproca influenza tra le varie scuole di Karate presenti in Giappone, come più e più volte emerso dalle ricerche eseguite. 

    Ma cosa c’entra Yoshitaka con Toyama e la Shudokan? Come è emerso dalle ricerche condotte sul kata Gojushiho, ci furono diversi contatti tra gli studenti del dojo Shotokan e Toyama sensei. I rapporti sono inoltre confermati da H. Kanazawa nel libro The complete kata, nonché da un’intervista rilasciata da T. Kase sensei a Graham Noble, nella quale viene menzionato un incontro tra Yoshitaka e Toyama.
  5. Un insieme delle prime 4 ipotesi.
Termino l’articolo spiegando che l’ogami-te è una tecnica che si applica sia come manipolazione articolare (Tuidi), sia come tecnica di proiezione. L’argomento è stato esaminato anche da Naoki Motobu nell’articolo qui allegato
 
PER MAGGIORI INFORMAZIONI POTETE LEGGERE:
"Karate no buyuden - la storia eroica del Karate" (clicca qui)
 
"Karate Shorin-ryu: kata parte 2" (clicca qui)

 
"Karate Shorin-ryu: kata" (clicca qui)
 

"Karate Shorin-ryu: L'eredità delle guardie del re di Okinawa" (clicca qui)

"Storie di Okinawa: spiriti, magia e leggende dell'isola giapponese" (clicca qui)

"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri"  (clicca qui)

"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)