HEIAN GODAN, ENPI E I SALTI CHE NON DOVREBBERO ESISTERE

Articolo a cura di Emanuel Giordano

La cultura nel Karate moderno è spesso ignorata, dimenticando i principi fondamentali secondo i quali l’addestramento fisico dovrebbe procedere assieme a quello culturale e spirituale. Il principio di “Bun bu ryo do” (文武両道), l’unione della via culturale (bun 文) con quella marziale (bu 武), trova perfetta corrispondenza nel detto occidentale “La penna e la spada”! Tuttavia, fortunatamente c’è ancora chi legge, traduce, fa ricerca e si informa sulle origini e sui perché della propria arte marziale. Tra i libri più diffusi ci sono, senza dubbio, i testi scritti da Funakoshi Gichin sensei, presenti talvolta anche sulle mensole di casa del karateka medio. Oggi ci concentreremo proprio su delle informazioni presenti in uno di questi testi, per la precisione su quello che è oggi noto come “Karate-jutsu” o “Tode-jutsu” (唐手術), ma che nell’edizione del 1925 si chiamava “Rentan goshin Tode-jutsu” (錬膽護身唐手術). L’edizione del 1925 era la diretta evoluzione di “Ryukyu kenpo Tode” del 1922, di cui oggi sono rimaste solo pochissime copie (confrontando il testo delle pagine inerenti l’argomento in oggetto, ho notato come esso sia identico in entrambe le edizioni), e ci comunica un’informazione molto importante: Funakoshi insegnò kata modificati sin dall’inizio del suo soggiorno a Tokyo. Il noto maestro era di fatti arrivato nel 1921, appena pochi mesi prima della pubblicazione di “Ryukyu kenpo Tode”...


Copertina di Rentan goshin Tode-jutsu

Perché questa affermazione? Facciamo qualche passo indietro. Come molti avranno già avuto modo di leggere o osservare, è chiaro che lo Shotokan e lo Shotokai attuali hanno conservato poco di quello che Funakoshi sensei insegnava. I kata, le posizioni e le tecniche sono state modificate allontanandosi sempre di più dall’originale, e la pratica è stata stravolta, abbandonando molti esercizi fondamentali tipici del Karate di Okinawa, ed adottando pratiche nuove come il jiyu kumite, le competizioni, ecc. Basta confrontare i suddetti stili con le scuole di stile Shorin-ryu presenti ancora oggi per aver una vaga idea, ma anche semplicemente con le foto di Funakoshi stesso! Da questo confronto emerge un dato chiarissimo: il Karate di Funakoshi ha più cose in comune con lo Shorin-ryu di Okinawa che con lo Shotokan e lo Shotokai attuali (e non c’è da stupirsi, inquanto lui stesso era principalmente un praticante di Shorin-ryu/Shuri-te)! Spesso la colpa di queste modifiche e della “giapponesizzazione” del Karate giunto da Okinawa nel Giappone “continentale” sono fatte ricadere su tre principali personaggi: Funakoshi Yoshitaka/Gigo, Nakayama Masatoshi (JKA) ed Egami Shigeru (JKS). 

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La verità, però, è un’altra. Come è già stato spiegato e dimostrato più volte, fu Funakoshi Gichin il primo a apportare modifiche al proprio Karate, inserendo aspetti tipici delle arti marziali giapponesi riformate dopo la restaurazione Meiji (e trasformate in sport o percorsi di formazione spirituale. La famosa transizione da “jutsu” a “do”) per renderlo più appetibile al pubblico nipponico, e per farlo entrare nel budo moderno giapponese. Funakoshi arrivò anche a eliminare prese, leve articolari e proiezioni, per distinguere maggiormente il Karate dal Judo e dal Jujutsu, offrendo così un’arte marziale che in Giappone non era presente, cioè un’arte basata principalmente su tecniche di calcio e pugno. Queste modifiche, però, risalgono all’inizio degli anni ‘30, e sono abbastanza note tra chi si è documentato sull’argomento. Ciò che talvolta sfugge, però, è che Funakoshi modificò i kata quasi immediatamente dopo il suo arrivo a Tokyo, o forse già nei suoi primi anni d’insegnamento ad Okinawa, ad esempio inserendo alcuni salti nei kata… 


Pinan godan in Rentan goshin Tode-jutsu (1925)


Wanshu in 
Rentan goshin Tode-jutsu (1925)

In “Ryukyu kenpo Tode” Funakoshi descrive i vari kata, tra cui Pinan godan e Wanshu, oggi noti nello Shotokan con i nomi giapponesi Heian godan ed Enpi. Ebbene, nella descrizione dei vari passaggi compare già nell’edizione del 1922 un salto in entrambi kata, salto che non dovrebbe esistere… Confrontando infatti i suddetti kata con gli originali okinawensi, appare evidente l’aggiunta di Funakoshi. In nessuna versione del Pinan godan o del Wanshu, infatti, è presente il salto.

Video confronto Wanshu/Enpi
Video confronto Pinan godan/Heian godan


É curioso notare che le applicazioni di quei due passaggi sostituiti con il salto siano, in realtà, due tecniche di proiezione. La descrizione delle tecniche fatta da Funakoshi nel suddetto libro non lascia spazio ad interpretazioni, poiché viene citato esplicitamente un salto in Pinan godan, ed un salto “come se si volesse proiettare l’avversario” in Wanshu. Perché queste modifiche? Non c’è una vera risposta a questo quesito, ma solo tante ipotesi. Quello che però appare evidente è che questo fatto ci fa capire che Funakoshi modificò sin da subito il suo Karate, il che apre la strada ad una domanda: dato che i kata illustrati nel libro presentano alcune differenze (talvolta minime) con le versioni praticate nello Shorin-ryu, quali di esse sono dovute alle differenti fonti, e quali invece sono frutto di sue modifiche?

Si ringraziano Matteo Muratori per la collaborazione, e Maurizio Barattieri per l’aiuto nella comprensione dei testi in giapponese.
 

Per maggiori informazioni potete leggere:
"Karate Shorin-ryu: kata parte 2" (clicca qui)

 
"Karate Shorin-ryu: kata" (clicca qui)
 

"Karate Shorin-ryu: L'eredità delle guardie del re di Okinawa" (clicca qui)

"Storie di Okinawa: spiriti, magia e leggende dell'isola giapponese" (clicca qui)

"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri"  (clicca qui)

"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)