Karate e danza di Okinawa: due facce della stessa medaglia

Articolo a cura di Alessandro Mario Rebuscini
 
TITOLO ORIGINALE: "ARTI MARZIALI E DANZA: due mondi (SOLO) apparentemente distanti tra loro"
 
Breve approfondimento sul rapporto tra le danza tipica di Okinawa e le arti marziali sviluppatesi sull'isola nel corso dei secoli. 
 
Cari lettori, oggi voglio usufruire, per introdurre il tema del quale ho deciso di parlarvi, di un video che sicuramente mi aiuterà ad addentrarmi in quella che è senza dubbio una questione abbastanza delicata e soprattutto parecchio complicata da esporre in quanto non ci sono fonti storiche che possono testimoniare con assoluta certezza che le arti marziali e la danza di Okinawa si siano aiutate vicendevolmente a sopravvivere nel corso del tempo però grazie a tanti studiosi e praticanti possiamo dire che ci sono sicuramente delle indiscutibili affinità tra queste diverse arti. Il video è un breve trailer di un documentario intitolato "Warriors of Budo" che è possibile acquistare sul sito ufficiale del produttore: https://emptymindfilms.com. Nel breve trailer la protagonista, Taeko Ebata, praticante di danza okinawense, di kobudo e anche di karate illustra brevemente alcuni movimenti svolti nella danza che in realtà nascondono un significato applicabile al combattimento. Questo ci permette di avventurarci nella difficile ricerca dei fili che tengono legate danza ed arti marziali.
 
 
Questo video ci ha brevemente dimostrato come un praticante di danza e di arti marziali okinawensi sia in grado di riconoscere  quali componenti esse hanno in comune. Ora desidero, prima di approfondire la danza okinawense, esprimere una personale osservazione in merito ad alcuni movimenti che trovo molto simili nella pratica di queste arti. 
Ho avuto modo di vedere dal vivo una dimostrazione di alcune delle diverse forme di danza tipiche dell'isola giapponese davanti al castello di Shuri. Oltre ad avermi affascinato per l'apparente facilità di esecuzione che in realtà nasconde un lungo studio ed un costante allenamento sono rimasto molto colpito dall'osservare come alcuni movimenti mi ricordavano delle posizioni e delle tecniche presenti nei kata sia del karate sia del kobudo. Grazie alla macchina fotografica con la quale sono riuscito ad immortalare alcuni di questi movimenti, posso ora condividere con voi alcune considerazioni.
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Prima considerazione: Fluttuazione


Ukiashi: piede fluttuante
 
Ukiashi in lingua giapponese è un termine utilizzato per descrivere una posizione che prevede l'utilizzo della punta del piede ma che ha anche altri significati in base al contesto in cui la parola viene utilizzata. Nel nostro caso, visto che stiamo parlando di arti marziali, questo termine indica proprio una posizione nella quale uno dei due piedi non viene radicato a terra rimanendo appunto sollevato con solamente il calcagno e le dita del piede a contatto con il suolo. A livello marziale questa posizione è stata molto criticata da alcuni grandi artisti marziali, e non posso non citarne due:
 
il primo a porre l'attenzione su questa posizione considerandola "da evitare" nel combattimento fu Miyamoto Musahi che in Giappone è considerato il miglior spadaccino della storia del Sol Levante. Nel suo famoso "Libro dei cinque anelli" il soldato e scrittore giapponese, nato nel 1584 e morto nel 1645, inserisce questa posizione insieme ad altre due in quelle che possibilmente sarebbe meglio non utilizzare per non rischiare di perdere un combattimento;
 
il secondo artista marziale che ha fortemente criticato questa posizione è stato Choki Motobu, 1870-1944, importante figura nel mondo del karate che attribuiva alla posizione in ukiashi un difetto per lui troppo importante, ovvero quello di non garantire stabilità. Per lui quindi chi la utilizzava aveva scarso equilibrio e sarebbe stato facilmente abbattuto. 
 
Ovviamente dopo aver letto queste valutazioni da parte di due uomini famosi per le loro abilità in combattimento, sorge spontaneo pensare che effettivamente questa posizione sia effettivamente da non utilizzare. Eppure ci sono esempi nei quali l'ukiashi ha in realtà dei punti di forza che possono rivelarsi invece utili durante un combattimento. Per quanto riguarda il karate fu soprattutto Anko Itosu, 1830-1915, ad utilizzare questa posizione che oggi è facile ritrovare nelle scuole di Shorin Ryu soprattutto quelle derivate dagli insegnamenti di Choshin Chibana, 1885-1969.
 
Choshin Chibana in due tecniche tratte dal kata Passai in cui si può notare la posizione ukiashi.
 
La posizione con il piede fluttuante ha in realtà diversi punti di forza tra i quali spiccano quello di permettere maggiore mobilità al corpo e quello di consentire un raggio di difesa ed attacco più ampio. Ho trovato interessante sul libro "La potenza segreta del karate di Okinawa" di Kiyoshi Arakaki (dal quale ho scannerizzato anche la foto del maestro Chibana) la parte che parla della fluttuazione come il principio più importante per i lottatori di Sumo. Questo dimostra come questa posizione non sia del tutto sbagliata e controproducente. 
 
Osservando danzare quelle graziose figure sul palco davanti all'ingresso del antico palazzo del Re di Okinawa notai subito che questa posizione veniva utilizzata di frequente soprattutto prima di alcuni cambi di direzione che richiedevano uno spazio ristretto di movimento e che rendevano necessario un cambio di bilanciamento del peso sulle gambe. La gamba che prima poggiava con solo le punte dei piedi subito dopo diventava quella che reggeva la maggior parte del peso corporeo. Questo è sicuramente un pregio di questa posizione ed è un principio molto utile se usato in combattimento. Ecco che danza ed arti marziali si incontrano. 
 

Seconda considerazione: Scivolamento

Suriashi: tipico modo di camminare utilizzato nelle danze giapponesi.
 
Suriashi è un termine giapponese che indica un particolare modo di camminare. Nel libro "Karate-Do il mio stile di vita" di Gichin Funakoshi, l'autore nonché padre del karate moderno, nomina "questa sorta di passo scivolato"  (testuali parole) definendola come un'abitudine in voga durante gli anni della sua giovinezza ma che egli utilizzò anche in età avanzata. Questa camminata è ancora oggi utilizzata nelle danze giapponesi e nelle forme teatrali tra cui spiccano la Noh per quanto riguarda il Giappone continentale ed la Kumiodori tipica invece dell'isola di Okinawa. Questo modo di muoversi richiede molto allenamento, ed è caratterizzato da passi molto corti che prevedono un minimo se non nullo sollevamento del tallone in modo da far scivolare il piede parallelamente al suolo. Per riuscirci più facilmente è consigliabile inclinare leggermente il corpo in avanti e piegare leggermente le ginocchia in modo da permettere alle caviglie di muoversi nella maniera sopra citata. Cosa accomuna questo modo di camminare all'arte marziale? 
 
Chi pratica o ha praticato karate o kobudo sicuramente ha più volte sentito dire dal proprio maestro che negli spostamenti bisogna cercare di mantenere l'altezza del corpo sulla stessa linea evitando "sali e scendi" che modificano il baricentro e allo stesso tempo ci dovrebbe essere stato insegnato che il modo di avanzare ed indietreggiare o di muoversi in qualsiasi direzione in queste arti marziali dev'essere caratterizzato dallo scivolamento da un punto all'altro passo dopo passo evitando di sollevare troppo i piedi dal pavimento rischiando di perdere il contatto con esso e diventare in questo modo vulnerabili. Il suriashi è sicuramente una caratteristica che accomuna la danza alle arti marziali okinawensi e giapponesi ed una pratica corretta di questa antica camminata può sicuramente migliorare l'efficacia del karate, del kobudo e di qualsiasi altra arte marziale.
 

Terza considerazione: Stabilità 

 
Kosadachi: posizione a gambe incrociate.
 

Choshin Chibana in posizione kosadachi mentre esegue la prima tecnica del kata Passai.
 
Kosadachi è una posizione che possiamo trovare sia nel karate che nel kobudo ed è contraddistinta dall'"incrocio delle gambe" andando a ricordare una "X". Una delle due gambe supporta la maggior parte del peso corporeo mentre l'altra rimane più libera di muoversi anche se aiuta a creare stabilità fornendo supporto alla prima. Questa è una posizione di "transito" nel senso che difficilmente la si può utilizzare rimanendo statici. Possiamo dire che è indicata quando ci si trova in un contesto dinamico. Nelle arti marziali lo studio, la pratica e l'utilizzo di questa posizione ha un importante obiettivo: quello di creare una struttura solida da utilizzare in un contesto movimentato, dove è necessario cambiare posizione e direzione in modo rapido (es. più di un avversario da cui difendersi). Prendendo come esempio la tecnica eseguita nella foto del Maestro Chibana, che corrisponde al primo movimento che si esegue nel kata Itosu No Passai, da un punto di vista applicativo in quel preciso istante immortalato l'importanza della stabilità della struttura (corpo) è fondamentale per resistere ad un attacco ma proprio grazie al fatto che la maggior parte del peso è sostenuto da una gamba è possibile utilizzare l'altra per effettuare uno spostamento del corpo (tai sabaki) con una buona velocità.
 
Osservando la danza okinawense ho potuto osservare in più di un'occasione l'utilizzo di questa posizione e quasi sempre questa veniva assunta proprio prima di un cambio di direzione. Come dimostrato nella foto dove la danzatrice assume questa posizione, anche l'utilizzo delle armi (in questo caso un "eku" ovvero il remo tipico dell'isola) prevede lo stesso utilizzo del corpo e quindi le stesse posizioni che si possono trovare quando vi sono le sole mani nude e questo mi apre la porta per un'ultima considerazione.
 

Quarta considerazione: Armi

Attrezzi di uso comune dalla popolazione di Okinawa: un remo ed un cesto.
 
Gli attrezzi utilizzati nelle mansioni quotidiane dalla popolazione dell'isola hanno un valore molto importante nella danza locale in quanto essi sono il simbolo di alcuni tra i lavori umili rappresentati dai danzatori e dalle danzatrici. Nel caso della foto da me scattata, che potete vedere appena sopra, ci mostra uno dei lavori più comuni sull'isola: il pescatore. Come possiamo vedere una delle due donne ha in mano un remo mentre l'altra (anche se nascosto in parte da palo) tiene tra le mani un cesto in cui presumibilmente venivano messi i pesci pescati.

Alcuni attrezzi di utilizzo quotidiano vennero trasformati, da chi ne aveva la competenza, in armi che potevano essere letali in combattimento. Come ben sappiamo ad Okinawa vi furono diversi divieti di possesso ed utilizzo di armi quindi i cittadini che possedevano conoscenze marziali, in quanto ex nobili o guerrieri, trovandosi disarmati dovettero elaborare ed applicare i principi delle armi tradizionali a semplici attrezzi che potevano facilmente reperire e che spesso erano attrezzi indispensabili per la vita di tutti i giorni.

Osservando l'utilizzo del remo durante l'esibizione di danza ho notato alcuni movimenti molto simili ad alcune tecniche usate da praticanti di kobudo mentre padroneggiano quest'arma molto particolare.

Sicuramente il rappresentare l'utilizzo di alcuni di questi attrezzi, che nelle mani giuste potevano essere delle letali armi, utilizzando movimenti più lenti tipici della danza può nasconderne la pericolosità mantenendone vivi però i principi marziali. 

 

Non sono in possesso di abbastanza informazioni e non conosco la danza di Okinawa abbastanza bene per poter con certezza dire che le riflessioni che mi sono permesso di fare siano accurate e in piena sintonia con quella che è la realtà, però sono abbastanza sicuro che le somiglianze che ho notato esistono tra danza ed arti marziali nate su quell'isola sono abbastanza evidenti. Basandomi inoltre su alcuni studi fatti da esperti che sono riusciti a trovare delle connessioni tra queste due realtà posso dire che sicuramente karate, kobudo e danza hanno delle radici in comune e probabilmente tutte e tre esistono e si sono mantenute nel tempo grazie alle altre.
 
Ora per concludere voglio fare un piccolo approfondimento sulla danza di Okinawa cercando di identificarne le principali "versioni" e andandone a specificare alcune caratteristiche e curiosità. 
 

Approfondimento sulla danza di Okinawa

Koten-buyo: danza classica di Okinawa, uno dei quattro tipi di danza dell'isola.
 
La danza di Okinawa viene suddivisa in quattro "stili" principali di cui poi vi sono diversi "sottostili". Ognuno di questi tipi di danza possiede delle caratteristiche contraddistintive che derivano da diverse condizioni storiche e sociali. Ogni tipo di danza racchiude e raffigura una particolare visione del mondo ed esprime i sentimenti della popolazione. Inizialmente le danze erano eseguite da soli uomini ma nel tempo anche le donne presero parte a quest'arte. L'arte della danza insieme a quella della musica e dell'opera sono i simboli della cultura okinawense, che è una cultura unica nata dall'assorbimento di alcuni elementi tipici delle culture con le quali ques'isola ebbe rapporti, in primis la cultura cinese e quella giapponese, ed amalgamate con la propria cultura. Una volta filtrati i diversi elementi attraverso la sensibilità e l'estetica tipica dell'isola essi divennero parte integrante della società.

Le quattro tipologie di danza sono:

-Koten-buyo o danza classica o di corte;
-Zo-udui (odori) o danza popolare;
-Sosaku-buyo o danza creativa "moderna";
-Minzoku-buyo o danza etnica o folkloristica.

Danza classica o di corte

La danza classica, è divisa in alcune sottocategorie che si differenziano per l'età dei protagonisti e delle storie rappresentate. Troviamo la "rojin odori" o danza di persone anziane, troviamo la "wkashu odori" o danza dei ragazzi, troviamo la "onna odori" o danza femminile e troviamo la "nisai o nise odori" ovvero la danza dei giovani. Ognuno di queste ha delle particolarità e rappresentano diverse fasi ed esperienze della vita umana. La danza classica viene anche chiamata "ukanshin odori" in contrapposizione a "zo odori" le cui origini risalgono solamente alla seconda metà del periodo Meiji (1868-1912) quando vennero aboliti i clan e furono istituite le prefettutre. La danza classica veniva utilizzata nelle dimostrazioni che si tenevano in occasione dell'arrivo delle delegazioni cinesi. Queste esibizioni erano note come "i sette banchetti" e presero il nome di "kansen odori" o "ukanshin odori". Il significato di "kansen odori" era "le prestazioni atte ad intrattenere gli inviati che hanno viaggiato fino alle Ryukyu sulla nave Kansen".
 
Le caratteristiche principali che le quattro sottocategorie della danza classica vogliono rappresentare sono rispettivamente:
-Rojin odori: pone l'enfasi sulla longevità;
-Wakashu odori: incentrata sull'esuberanza e la gioia della giovinezza;
-Onna odori: esprime simbolicamente la sofferenza delle donne per evocare compassione e/o pietà;
-Nise/Nisai odori: celebra il futuro dei giovani.
 
La danza classica veniva utilizzata anche in occasione dei frequenti viaggi di alcuni ambasciatori inviati nella capitale del clan giapponese dei Satsuma che aveva sede a Kagoshima, e nella capitale giapponese che era Edo dove i nobili delle Ryukyu dovevano recarsi per affari ufficiali e cerimonie. Si può quindi affermare che l'arte della danza okinawense divenne più raffinata durante il periodo di dominazione da parte dei Satsuma che iniziò nel 1609 e durò sino al 1879 in quanto gli ufficiali che si recavano sul suolo giapponese poterono vedere dal vivo e "rubare" quello che ritennero più bello delle arti dello spettacolo giapponese.
 

Danza popolare o mista

La danza popolare come anticipato precedentemente è nata all'incirca verso il 1879 quando Okinawa divenne una prefettura giapponese. In questo contesto i membri della classe privilegiata di Shuri (i nobili) che svolgevano le arti di intrattenimento come le danze, persero il lavoro e la loro classe sociale. Con il passare degli anni vennero costruiti alcuni piccoli teatri nei pressi della città di Naha, precisamente nella zona portuale, dove venivano fatte regolarmente rappresentazioni di danza classica e di Kumi odori, una forma d'opera (di cui parlerò nel proseguio dell'articolo) che viene considerata la danza ufficiale di Okinawa. In questo nuovo ambiente e contesto socio-culturale è nata la "zo odori" che ha da sempre rappresentato lo stile di vita dei pescatori, degli agricoltori e della gente comune. 
 
Ritengo importante in questo preciso punto del discorso fare una piccola annotazione in quanto trovo che proprio qui si può ricercare un collegamento tra la danza e le arti marziali. Quando la nobiltà isolana perse in parte i propri privilegi dovette re-inventarsi e per non perdere quello che aveva imparato durante gli anni passati a corte apportò delle modifiche alle arti che conosceva utilizzando e sfruttando quello che il nuovo stile di vita che intraprese obbligatoriamente gli offriva. La danze una volta che furono per la prima volte osservate dalle persone comuni dell'isola risultarono troppo raffinate e quindi non ebbero grande successo quindi i musicisti ed i ballerini professionisti si resero conto che erano necessarie delle modifiche per far si che anche le persone con un grado di coltura bassa potessero apprezzarne i contenuti. Per quanto riguarda invece l'utilizzo delle armi una volta perso lo stato privilegiato ed essersi ritrovati a svolgere i lavori più umili queste persone iniziarono ad applicare la loro conoscenza bellica e marziale a strumenti che venivano usati quotidianamente durante lo svolgimento delle mansioni lavorative. Ecco come probabilmente il kobudo di Okinawa è nato oppure si è andato a modificare, proprio come avvenne per la danza. Non è escluso dal discorso anche il karate in quanto sempre per gli stessi motivi vi era la necessità di non far "morire" quello che in duri anni di addestramento gli ex nobili avevano imparato e quindi la danza risultava essere uno strategico veicolo per trasportare nel tempo, tra l'altro in modo discreto, quei segreti e quelle conoscenze marziali che erano state vietate. Probabilmente le tecniche marziali vennero inserite e camuffate nei movimenti dolci e lenti della danza e in questo modo si mantennero "vive" e vennero trasmesse fino a raggiungere i giorni nostri.
 
Chiusa questa mia personale riflessione che ritenevo però importante voglio proseguire con le altre due tipologie di danze tipiche dell'isola.
 

Danza creativa o moderna

La danza creativa o moderna è quella con una storia più recente ed è coreografata da ballerini moderni. Possiamo trovare tra le diverse rappresentazioni di questo genere:
-Watanjabuni;
-Higasaodori;
-Bunomai;
-Yugyonagare.
 
Fino al periodo dopo la seconda guerra mondiali le opere e le danze di Okinawa erano molto popolari e seguite sull'isola ma con l'avvento delle nuove tecnologie e forme di intrattenimento come la televisione ed i film le antiche arti dell'isola ebbero un declino. Negli ultimi anni però giovani artisti cha hanno studiato le arti tradizionali alla Università della Prefettura delle Arti di Okinawa hanno dato vita a nuove forme moderne di danza e teatro unendo anche elementi derivanti da altre arti dell'isola tra cui le arti marziali. Vi sono anche una sorta di "musical" ovvero teatro cantato che ha il nome di "kageki" ed anche una forma di teatro parlato chiamato "serifu-geki".
 
Voglio menzionare un particolare che oltre a fungere da approfondimento sul "bunomai" può aiutarci a comprendere ancora meglio i rapporti tra danza, musica e teattro e le arti marziali. Gichin Funakoshi nel 1914 scrisse in merito ad alcune danze rurali chiamate "Mekata" dicendo che secondo lui questo tipo di danza ed il karate antico avevano le stesse origini.. Purtroppo questa danza si estinse dopo gli anni '70 del secolo scorso ed oggi è considerata come un'arte scomparsa. Negli ultimi anni si è sviluppata una forma di danza chiamata "Bunomai" che è nato dall'idea di ridare vita al "Mekata" combinandolo con altre forme teatrali ed utilizzando anche movimenti e forme tipiche (kata) del karate e del kobudo incorporandoli in alcuni contesti e scenari storici. Le due danze però sono diverse e non vanno confuse. Quello che però è utile per la nostra ricerca è sapere che alcune autorità del karate hanno, seguendo quando anticipato ad inizio XX secolo da Funakoshi ed Iha Fuyu, -che scrisse un saggio sulle origini del karate nel quale attribuì l'origini di alcune danze, nelle quali si simulano degli scontri tra i due partecipanti, al Mekata che definiva essere una vera e propria arte marziale,- individuato una caratteristica in comune tra il karate ed il Mekata che consiste nel modo in cui vengono utilizzate le mani nelle due discipline. Derivando il karate dal Te (mano), che fa dell'uso delle mani appunto il suo punto forte, l'origine di queste arti viene fatta risalire a tempi antichi e in comune tra loro. Funakoshi Gichin sosteneva addirittura che il Te derivava dal Mekata e una volta fusosi con le arti marziali cinesi giunte sull'isola questi "ingredienti" diedero origine al karate. Tra le forme di Mekata ve ne erano alcune che prevedevano l'utilizzo del bastone lungo (bo) e probabilmente alcune di queste sono ancora vive e si possono trovare nei villaggi sparsi per l'isola.
 
In questo video Uehara Seikichi grande Maestro e studioso della scuola Motobu Udundi dimostra una forma chiamata "Ajikata no Mekata" da lui creata in memoria del suo Maestro Motobu Choyu. In questa dimostrazione si possono vedere sia tecniche di danza sia tecniche marziali: https://www.youtube.com/watch?v=57HXD92xxg4
 

Danza etnica o folkloristica

Questo genere di danza venne e viene tutt'oggi tramandata di generazione in generazione in base alla località dell'isola. Ogni villaggio ha una o più particolare forma di danza ma ve ne sono alcune che sono riconosciute ed utilizzate su tutta l'isola. Alcune di esse sono:
 
-Shishimai;
-Eisa;
-Bouodori.
 
Queste arti popolari, così chiamate perché vengono utilizzate durante feste od eventi regionali, sono vere e proprie attività di gruppo in quanto le persone ballano e cantano insieme. La danza Eisa che è una tra le più famose ed antiche sull'isola si dice che abbia le sue radici nella danza buddista ed arrivò sull'isola attraverso il contatto con la cultura giapponese. Inizialmente questo tipo di danza veniva utilizzato durante principalmente durante le feste finalizzate ad onorare gli antenati defunti
 
Ora desidero prima di concludere questo articolo fare qualche breve accenno anche alla musica okinawense che accompagna le danze e al Kumi odori che è la forma teatrale dell'isola.
 

Kumi odori

Il Kumi odori è la forma teatrale dove danza, musica e parole si amalgamano andando a dar vita a dei racconti passati di generazione in generazione. I contenuti tematici variano dalla maturità, al romanticismo, all'amore familiare fino ad arrivare a tematiche di vendetta e violente uccisioni. Viene considerata come una proprietà culturale intangibile e immateriale del Giappone (1972) ed è anche definita come una versione okinawense dell'opera europea. Molto belli e di pregevole fattura sono i costumi e le scenografie presenti nelle varie scene che sono frutto di una grande abilità nella produzione di prodotti artigianali di grande qualità. I metodi utilizzati per creare questi prodotti risalgono al periodo tra il XV e il  XVI secolo ovvero il periodo di massimo splendore per quanto riguarda gli scambi commerciali tra il regno delle Ryukyu con i paesi esteri.
 
Il Kumi odori risale al XVIII secolo più precisamente si dice che nacque nel 1718 quando fu creato da Choukun Tamagusuku che fu nominato magistrato di danza dalla corte reale. Quest'ultimo basandosi su alcune leggende delle Ryukyu, sulle antiche arti di spettacolo dell'isola e traendo anche spunto dalle arti giapponesi creò questa forma di intrattenimento che inizialmente servì ad intrattenere gli inviati cinesi che giungevano sull'isola. Simile alle forme giapponesi del Noh e del Kyogen è stato tramandato fino al giorno d'oggi quando nel 2010 è stato registrato come patrimonio culturale dell' UNESCO. 
 

La musica di Okinawa

La musica è di fondamentale supporto agli spettacoli di danza tipiche di quest'isola tropicale e viene suonata da musicisti chiamati "jikata". Questo tipo di musica è composta da una parte cantata che prende il nome di "uta" e di una parte suonata che prende il nome dallo strumento utilizzato per creare la melodia ovvero il "sanshin". Unendo i due termini si ottiene il nome con cui viene definita questa particolare musica di accompagnamento alla danza: "utasanshin". Il sanshin è un liuto di origini cinesi, che in Giappone dopo qualche modifica divenne lo "shamisen", ed ha un valore molto importante per il popolo dell'isola in quanto è uno dei simboli che maggiormente incarna le caratteristiche della cultura e dell'orientamento della società tipica dell'isola. Basti pensare che a differenza dalla cultura nipponica che aveva l'usanza di lasciare di generazione in generazione come cimelio di famiglia una spada, ad Okinawa al posto dell' arma, simbolo della tradizione dei samurai, era il sanshin, uno strumento musicale, ad occupare una posizione simile a quella della spada. Questo dimostra come la mancanza di una tradizione orientata alla guerra ed orientata invece alla cultura come mezzo per intrattenere l'estraneo sono da sempre il marchio che contraddistingue la cultura delle Ryukyu. 
 

Conclusione

Quando si fanno ricerche sull'isola di Okinawa, sulla sua cultura e sulle arti che si sono li sviluppate non si può non venire a conoscenza dello spirito pacifico del popolo delle Ryukyu. Questa particolare cultura ha quasi sempre cercato di evitare di risolvere le controversie con gli altri stati utilizzando la forza militare ed ha capito che la via della pace era la più efficace. Le origini delle arti sviluppatesi sull'isola sono cinesi, giapponesi e anche di altri luoghi dell'asia ma sono tutte state filtrate attraverso il modo di essere tipico ed unico della cultura delle Ryukyu. Molte di esse hanno origini in comune e comunque tutte hanno permesso di sostenere la vita spirituale e culturale delle persone di queste isole. 
 
Per quanto riguarda il rapporto tra danza ed arti marziali, che è il tema principale di questo articolo, spero di aver dato qualche informazione utile ed interessante per chi desiderava conoscere quali possibili vicinanze queste arti hanno e e allo stesso tempo spero di aver incuriosito chi non aveva mai preso in considerazione questo argomento. Invito tutti ad effettuare, se interessati, aggiuntive ricerche servendosi di internet in quanto ci sono veramente molte fonti affidabili e ricche di ulteriori informazioni. In lingua italiana ho sempre fatto fatica a trovare materiale interessante e soprattutto affidabile quindi mi son permesso di prendere i dati più interessanti e tradurli con la mia personale rielaborazione. 
 
Fonti:
https://www.oki-islandguide.com
https://okinawa.com
https://www.visitokinawa.jp
https://www.nt-okinawa.or.jp
https://ryukyu-bugei.com
https://ameblo.jp
 
Per maggiori informazioni potete leggere:
"Karate Shorin-ryu: kata parte 2" (clicca qui)

 
"Karate Shorin-ryu: kata" (clicca qui)
 

"Karate Shorin-ryu: L'eredità delle guardie del re di Okinawa" (clicca qui)

"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri"  (clicca qui)

"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)