FACCIAMO CHIAREZZA SUL TOMARI-TE

Articolo a cura di Emanuel Giordano

Tomari-te. Termine che vuol dire tutto e nulla, nome spesso abusato e usato come sinonimo di antico, sul quale alcuni hanno ricamato storie degne di un romanzo fantasy, o inventato stili di Karate inesistenti. Cosa significa realmente questa parola? Scopriamolo analizzando le fonti scritte e i dati storici!
 
Cos’è Tomari? Tomari è oggi il quartiere del porto della città di Naha, ma in passato era un villaggio portuale sotto l’influenza di Shuri, la capitale del Regno delle Ryukyu. Sebbene spesso si indichino come luoghi importanti del passato del regno le città di Shuri, Naha e Tomari, questo non è del tutto esatto. Si dovrebbe infatti parlare di Shuri, Kume, Naha e Tomari. La città di Shuri era infatti la capitale del regno, dove risiedevano la famiglia reale, i nobili e l’aristocrazia accademica più importante del regno; il villaggio di Kume era il centro culturale cinese la cui aristocrazia accademica, sebbene fosse seconda a quella della capitale, vantava comunque dei privilegi; Naha era la città del grande porto commerciale, molto influenzata dal vicino villaggio di Kume, e aveva anch’essa un’aristocrazia accademica, sebbene essa fosse considerata inferiore a quelle di Shuri e Kume; Tomari era un villaggio portuale sotto il controllo di Shuri, e anch’esso aveva una sua aristocrazia accademica paragonabile a quella di Naha, sebbene più ridotta. 
 

Tei Junsoku
 
Da questo primo quadro emerge già che, nei tempi antichi, tale città non godeva dell’importanza che avevano invece le altre tre ma, nonostante ciò, aveva una propria classe di nobili-funzionari (per l’appunto la suddetta aristocrazia accademica).
 
Venendo al Karate, è necessario fare una precisazione molto importante: la suddivisione del Karate di Okinawa in Shuri-te, Naha-te e Tomari-te ha poco valore, poiché fu fatta su di un Karate ormai amalgamato, e poiché risale agli anni ‘20 del 1900, mentre prima esistevano altri tipi di classificazione. La prima che incontriamo divideva l’arte okinawense da quella d’importazione cinese, cioè il Te dal Tode. Questa suddivisione viene citata, tra gli altri, da Chibana Choshin, Nagamine Shoshin e Miyahira Katsuya, rispettivamente negli articoli: Karate-do (1953), Taidan (1957),  Watashi no Karate (1966) e Shorin-ryu no ayumi to tokucho (1973). Dobbiamo ricordare che anche Yoshimura Chogi e altri (tra cui Yabu) riportarono questa suddivisione tra arte okinawense e arte cinese.
 
La seconda che dobbiamo fare è relativa alle caratteristiche tecniche, ed è la suddivisione in Shorin e Shorei, citata da Itosu Anko, Funakoshi Gichin, Yabu Kentsu, ecc. Quest’ultimo in particolare afferma chiaramente che lo Shorin è lo Shuri-te, mentre lo Shorei è il Naha-te. Essendo Itosu e Funakoshi ben noti, citerò solo l’articolo scritto da Yabu, cioè Itosu no buyuden (1915).
 

Santuario di Naminoue, come raffigurato in una copia giapponese del Lihqiu-guo zhilue, stampata in xilografia nel 1831.  
 
Fino a qui quindi abbiamo incontrato solo i termini Ti (Te), Toudi (Tode), Shuri-te / Shorin e Naha-te / Shorei, e del Tomari-te non c’è traccia, sebbene alcuni insegnanti vadano in giro vantando un passato ben definito! La spiegazione è semplice e ce la forniscono sempre le varie fonti scritte. Prima di citarle, però, vorrei dire che la storia scritta del Karate ci insegna che molti dei kata del passato sono andati perduti (sebbene ogni tanto salti fuori qualche “maestro” occidentale che vanta di averli ritrovati, copiando i nomi dei kata citati dai vecchi maestri…), e che questo era un fenomeno noto già ai maestri del passato. Vorrei anche ricordare i vari kata considerati tipici di Tomari, e riassumere dove possibile la loro storia. Premetto subito che non tutti i kata del Karate sono di origine cinese, difatti spesso vengono citati come kata tipici di Okinawa i kata Passai e Kusanku (tra le varie fonti: Yabu, Itosu no buyuden ; Masahiro Nakamoto, Okinawa Traditional Kobudo). 
 
Tra i kata tipici di Tomari troviamo Wanshu e Rohai (citati come tali da Motobu in Watashi no Tode-jutsu), Wankan (perduto e poi ricostruito da Nagamine sulla base di ciò che alcuni esperti di Tomari ricordavano), Wandau (citato ancora nel 1973 da Miyahira), Tomari Passai, Oyadomari Passai (entrambi versioni derivate dal kata Passai), Chinto, Chinti, Jiin e Jitte. Questi ultimi quattro sono gli unici che furono importati dal naufrago cinese noto come Lao (nel 1872), o come l'uomo di Fukushu Annan, e vengono citati da Asato Anko (testimonianza ripresa poi anche da Funakoshi in diversi suoi scritti). Sempre Asato disse anche chi imparò questi kata, e cioè: 
 
Gusukuma e Kanashiro impararono il kata Chinto. Matsumora e Yamada impararono il kata Chinti. Yamada (Geiki) imparò il kata Jiin e Nakazato imparò il kata Jitte.
 
Quindi tra i kata “di Tomari” possiamo operare una suddivisione tra ciò che fu importato dai sitemi Shorin e Shorei (Passai, Wanshu, Rohai, Wankan, Wandau, ecc), e ciò che fu insegnato da Lao nel 1872 (Jiin, Jitte, Chinto e Chinti).
 
Venendo ora alle fonti scritte, sappiamo che Tomari era sotto il controllo di Shuri (fonte: Yabu, Itosu no buyuden), che esistevano delle associazioni di promozione del Karate che operavano tra le due città (fonte: Yabu, Itosu no buyuden), e che Itosu e Asato ne facevano parte (fonte: Yabu, Itosu no buyuden). Sappiamo che a Tomari esistevano dei grandi esperti di arti marziali, tra cui Gusukuma e Matsumora (fonte: Yabu, Itosu no buyuden). Su di essi Chibana, mentre descrive l’origine dei vari sistemi di Karate, dice molto chiaramente:
 
A Tomari alcune persone avevano ricevuto degli insegnamenti dagli esperti di Shuri e Naha, e ciò che fu codificato prese il nome di Tomari-te.” (Watashi no Karate, 1966).
 
Riassumendo il tutto in maniera più chiara possibile, le fonti dicono che il Karate nei tempi antichi era diviso in Shorin/Shuri-te (praticato nei pressi di Shuri) e Shorei/Naha-te (praticato principalmente a Kume e Naha); che il primo era più okinawense e che il secondo era più cinese; e che a Tomari vennero importati e rielaborati entrambi i metodi con alcuni dei loro kata (es. Passai). In tempi più moderni, quando i due sistemi si stavano in parte mescolando, giunse un uomo cinese chiamato Lao che importò a Tomari 4 kata cinesi, i quali vennero poi diffusi dai maestri okinawensi. Bisogna precisare che in questi casi i termini Shorei e Naha-te non stanno ad indicare solo il Karate di Higaonna sensei (che divenne poi Goju-ryu, Toon-ryu e, in parte, anche Shito-ryu), ma tutto ciò che era di provenienza cinese e che era praticato, per lo più, a Naha e Kume. Infine, negli anni ‘20 del 1900, venne fatta una suddivisione poco corretta in Shuri-te, Naha-te e Tomari-te, identificando con tali termini tre correnti di Karate che, ormai, non erano più così distinte le une dalle altre.
 
In conclusione, quando vi dicono che tutto il Karate ha origine dal Tomari-te antico, o che i kata Shorin provengono tutti da Tomari, dalla Cina o da un naufrago cinese, vi stanno prendendo per il naso. Infatti, è evidente l’esatto opposto, e cioè che fu il Karate di Tomari ad aver origine dagli altri sistemi!
 
Chi volesse consultare in lingua italiana gli articoli citati, li può trovare in questo libro, assieme a molti altri documenti inediti nella nostra lingua: https://www.amazon.it/dp/B08TYJNYSP.
 
Per maggiori informazioni potete leggere:
"Karate no buyuden - la storia eroica del Karate" (clicca qui)
 
"Karate Shorin-ryu: kata parte 2" (clicca qui)

 
"Karate Shorin-ryu: kata" (clicca qui)
 

"Karate Shorin-ryu: L'eredità delle guardie del re di Okinawa" (clicca qui)

"Storie di Okinawa: spiriti, magia e leggende dell'isola giapponese" (clicca qui)

"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri"  (clicca qui)

"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)