Tomari Chinto o Kyan no Chinto?

Articolo a cura di Emanuel Giordano

Oggi siamo abituati a dividere il kata Chinto in due correnti: Chinto e Tomari Chinto. Tuttavia, questa suddivisione non è corretta, né è ufficialmente riconosciuta dalle autorità okinawensi, come emerge dalla classificazione dei kata fatta in occasione del 1° Torneo internazionale di Karate di Okinawa 沖縄空手国際大会. Come è infatti possibile vedere, tutte le varie versioni vengono semplicemente chiamate Chinto (チントウ). Inoltre, consultando i libri e i siti internet delle varie scuole appartenenti al lignaggio Kyan, sembra che ufficialmente nessuno di essi riporti la dicitura “Tomari Chinto” al posto di Chinto, sebbene tale nome appaia largamente utilizzato nel Matsubayashi-ryu (es. durante le esibizioni). Eppure la dicitura Tomari Chinto è abbastanza comune, specialmente tra di noi occidentali, perché quindi non è utilizzata ufficialmente dagli okinawensi? Per scoprirlo dobbiamo fare qualche passo indietro nella storia. 

 

LE ORIGINI
 
Il kata Chinto venne citato per la prima volta il 25 gennaio 1911 sul Ryukyu Shimpo, in un articolo che parlava dell’esibizione di Karate (qui ancora definito Tode) tenutasi allo Shihan Gakko di Okinawa: 
「唐手の種類はナイハンチ、ピンアン、チントー、ワンスー、パッサイ、トンスー、クーサンクー、ローハイ、五十四歩、ヂッテ、ナンテー、ヂー、セーサン、ワンダウ、ヂゥーム等の15種にして生徒の中優等者として授賞されたるもの左の如し。」
Ci sono 15 tipi di Karate: Naihanchi, Pinan, Chinto, Wansu, Passai, Tonsu, Kusanku, Rohai, Gojushiho, Jitte, Nantei, Ji, Sesan, Wandau e Jumu [...]
 

Tuttavia questo trafiletto non raccontò le origini dei vari kata elencati, poiché lo scopo era quello di parlare della suddetta esibizione. La storia di questo kata, invece, fu trattata nell’articolo del 18 gennaio 1914, scritto da Funakoshi sensei (Funakoshi, in realtà, riportò quanto dichiarato da Asato sensei già nel 1904.). Nonostante a volte qualcuno dica che in questo articolo comparì per la prima volta il termine Tomari Chinto, ciò è errato, come si evince dal testo sotto riportato, dove invece compare nuovamente la parola Chinto チントー:
「漂着した福州安南の人より稽古したのが泊の城間と金城は「チントー」、松村と親泊は「チンテー」、山里は「ヂーン」、仲里は「ヂッテ」と手賦(てくば)りに習った。それは先生が帰国を急いだからであった。」
Coloro che ricevettero insegnamenti da un naufrago [originario di] Annan a Fuzhou, [mentre si trovava] a Tomari sono: Gusukuma e Kanagusuku (Chinto), Matsumora e Oyadomari (Chinte), Yamasato (Jiin) e Nakasato (Jitte) […]

I fatti si svolsero nel 1872, come si evince dalla storia di questo personaggio, su cui alcuni amano molto fantasticare e speculare, attribuendogli una vita più che centenaria, nonché l’origine di quasi tutto il Karate! Ora, anche chi non conosce bene la faccenda del naufrago cinese, o la storia del Karate, può facilmente intuire che i suddetti kata provenivano dalla Cina, e che furono insegnati a dei maestri residenti nel villaggio di Tomari. Da ciò è facile capire come il kata Chinto sia un kata tipico del suddetto villaggio, a prescindere dal lignaggio attuale. Tant’è che le autorità stesse della Prefettura di Okinawa lo indicano come kata di Tomari (vedi link). Perciò non ha proprio nessun senso voler distinguere una particolare versione di questo kata definendola Tomari Chinto, essendo che tutte le versioni sono, in realtà, originarie di quel particolare villaggio. La versione più diffusa, cioè quella appartenente al lignaggio Itosu, proviene per l’appunto anch’essa da Tomari, essendo stato Itosu allievo del suddetto Gusukuma (tra gli altri) e amico del suddetto Matsumora. Sarebbe un po’ come se una pizzeria di Napoli, per distinguersi dalla concorrenza della stessa città, chiamasse i propri prodotti “pizza napoletana di Napoli”. Una cosa, ovviamente, senza senso. 

LIGNAGGI DI CHINTO
Il kata Chinto venne poi tramandato in tre versioni diverse: la versione di Itosu Anko, la versione di Kyan Chotoku (noto anche come Chan mi’gwa) e la versione di Iha Kodatsu. La prima è nota con il nome Chinto, la seconda con i nomi Chinto, Tomari Chinto, Chan (Kyan) no Chinto e la terza come Matsumora no Chinto. La versione di Itosu è la più diffusa, quella di Kyan fu poi tramandata dai suoi allievi con piccole differenze, mentre quella di Iha sarebbe oggi trasmessa nel Karate Gohaku-ryu (Gohaku-kai). Questa scuola però ha fuso insieme il Karate appreso da Iha, e da loro definito Tomari-te, con il Goju-ryu. Nonostante quanto da loro dichiarato, appare evidente la pesante influenza del secondo sul primo, e ci sono anche alcuni dubbi avanzati da più ricercatori, sull’attendibilità dei kata di Tomari da loro insegnati. Per quanto ci riguarda, il loro Matsumora no Chinto assomiglia molto al Chinto trasmesso da Kyan, con alcune alterazioni. Questo è ovviamente un campanello d’allarme, inquanto sappiamo tramite diversi importanti maestri, tra cui Chibana (vedi Karate no buyuden – la storia eroica del Karate) e l’ex-Presidente dell’Okinawa Dento Karate-do Shinkokai Choko Kyuna (vedi Okinawa Karate Kobudo Jiten), che il Chinto di Kyan era differente da quello di tutti gli altri, poiché era stato tecnicamente modificato dal maestro stesso, rendendolo un kata molto bello e unico. Choko Kyuna prosegue dicendo che: 
Alla fine, il nome di Chan [Kyan] fu anteposto al suo Chinto e bo-jutsu, i quali vennero chiamati con i soprannomi di Chan nu Chinto (Kyan no Chinto) e Chan nu Shichi Kun.”   
 
TOMARI CHINTO
Il termine Tomari Chinto, o meglio Tomari no Chinto 泊のチントウ, fa la sua prima comparsa nell’elenco dei kata riportati nel 1934 in Toudi Jutsu no Kenkyu, di Itoman Morinobu. Nell’elenco dei kata, però, compare anche Chinto. Perché questa distinzione? L’autore tentò di riportare i nomi di più kata possibili, citando anche le diverse versioni. Infatti troviamo tre Seisan, due Gojushiho, due Suparimpei, due Unshu, due Ryushu, ecc ecc. La cosa interessante è che compaiono ben marcati due kata attribuiti a Kyan, cioè Kyan-shi Seisan 喜屋武氏十三歩 e Kyan-shi Gojushiho 喜屋武氏五十四歩, ma non sono riportate le versioni dei due kata per le quali era famoso, cioè il Passai e il Chinto. Un’altra cosa interessante è la presenza del Tawada no Passai, sebbene esso fosse conosciuto (erroneamente) già all’epoca con il nome usato oggi, cioè Matsumura no Passai. Parrebbe quindi che l’autore si sia preso qualche piccola licenza, o che all’epoca non si desse troppa importanza a questi dettagli. Avendo l’autore citato anche il kata Chinto, ed essendo che all’epoca Kyan aveva già operato le sue modifiche sui kata, il citato Tomari no Chinto potrebbe essere in realtà il Kyan no Chinto, essendo molto difficile che l’autore si riferisse al meno noto lignaggio di Iha. Tuttavia, sebbene il nome Kyan/Chan no Chinto sia più corretto, nell’ambiente del Matsubayashi-ryu prima, e in occidente dopo, Tomari no Chinto prese prepotentemente piede, anche a causa della propaganda mossa nel far riconoscere il Tomari-te come un’arte a sé stante. Questa campagna fu già iniziata da Nagamine Shoshin, il quale tentò di far apparire il Matsubayashi-ryu come una realtà distinta dallo Shorin-ryu, ed erede del Karate del villaggio di Tomari. Ciò appare evidente dai suoi testi, dove cita quattro stili di Karate di Okinawa anziché tre, aggiungendo a Shorin-ryu, Goju-ryu e Uechi-ryu il suo Matsubayashi-ryu come quarto stile. L’iniziativa venne poi sfruttata in occidente, per la precisione negli USA, dove comparvero molte nuove scuole (talvolta separandosi da scuole okinawensi) che rivendicavano una discendenza pura (MA INESISTENTE) dal Tomari-te. Questo fenomeno, oggi ormai diffuso anche in Europa, portò all’infondata associazione tra i termini Tomari e antico, motivo per il quale pochi hanno interesse a chiamare il kata Chinto di Kyan con i nomi più appropriati, cioè Kyan/Chan no Chinto o, semplicemente, Chinto. Difatti, usando la parola Tomari si crea un falso accostamento con un Karate antico (inesistente), mentre usando Kyan no Chinto, si sottolineerebbe solamente che si tratta di una versione modificata da Kyan del kata Chinto, e quindi non sarebbe più molto appetibile alle masse. D’altro canto, chiamandolo solamente Chinto, non si creerebbe la voluta distinzione con la versione di Itosu, e ciò non andrebbe bene, poiché parte della sopracitata propaganda consiste anche nell’infangare quest’ultimo maestro ed il relativo Karate, sebbene tecnicamente e storicamente, ciò non sia dimostrabile e, anzi, viene sfatato da numerose fonti (Yabu, Chibana, Motobu, ecc. Per approfondire: Karate no buyuden – la storia eroica del Karate).
 
 

CONCLUSIONE

Diamo a Cesare quel che è di Cesare! Sebbene già tra gli okinawensi sia radicata l’usanza di attribuire, talvolta, determinati kata non a chi li ha trasmessi, ma ai maestri di questi ultimi (vedi l’esempio del Matsumura no Passai sopra riportato), al fine di dar maggior lustro a queste forme, per quanto riguarda questo kata il nome più adatto è anche un nome già in uso nella stessa Okinawa, cioè Chan nu Chinto / Kyan no Chinto. Perché quindi non usarlo, invece di creare disinformazione? Perché non render onore e giustizia a chi ha creato questa versione del Chinto, lodata ed ammirata dai suoi contemporanei?
 
Per maggiori informazioni potete leggere:
"Karate no buyuden - la storia eroica del Karate" (clicca qui)
 
"Karate Shorin-ryu: kata parte 2" (clicca qui)

 
"Karate Shorin-ryu: kata" (clicca qui)
 

"Karate Shorin-ryu: L'eredità delle guardie del re di Okinawa" (clicca qui)

"Storie di Okinawa: spiriti, magia e leggende dell'isola giapponese" (clicca qui)

"La leggenda dei maestri di Karate di Okinawa. Biografie, curiosità e misteri"  (clicca qui)

"Manuale del Karate e del Kobudo di Okinawa" (gratis qui)